Secondo un articolo pubblicato nel numero del 17 aprile de La Lettre A, newsletter specializzata nella Difesa, la Marina francese ha incontrato difficoltà durante l’implementazione dei suoi missili MdCN per colpire la Siria. Secondo l'articolo, la fregata Aquitaine non è riuscita a lanciare i suoi missili, lo stesso vale per la fregata Provence. Alla fine sarà la terza fregata FREMM sul posto, la Languedoc, che avrà lanciato 3 missili MdCN nella finestra di lancio prevista.
Inizialmente la flotta francese avrebbe dovuto lanciare 6 missili da crociera, ne ha lanciati solo 3. Allo stesso modo, un missile SCALP EG che equipaggiava i 5 Rafale Il francese avrà subito un malfunzionamento e verrà lasciato cadere in un'area che ne vieta il recupero.
Questi malfunzionamenti non avranno avuto alcun effetto operativo, essendo il numero di missili inizialmente previsti per colpire gli obiettivi superiore a quello richiesto, proprio per far fronte alle possibilità di malfunzionamenti, ma anche per garantire la distruzione del bersaglio, anche se la difesa antimissile i sistemi erano impegnati.
Da un punto di vista puramente operativo si tratta di un non-evento. Questo fu infatti il primo lancio operativo del missile MdCN, poiché le FREMM non disponevano dell'intera dotazione missilistica (le 3 FREMM avevano solo 10 MdCN invece dei 48 previsti, il missile veniva consegnato da MBDA). La ridondanza delle risorse impiegate era proprio destinata a coprire questo tipo di rischio.
Tuttavia, al di là delle analisi tecniche e procedurali che saranno effettuate dalla Marina francese, dalla DGA e dall’industriale, e che dovranno identificare i malfunzionamenti e correggerli, gli attacchi in Siria hanno avuto soprattutto un ruolo in termini di comunicazione .
Tuttavia, questo fallimento, o più precisamente, il modo in cui questo fallimento appare, danneggia notevolmente la percezione pubblica della missione. In effetti, non appena ebbero luogo gli attacchi, la propaganda russa e siriana cominciò a fornire ai social network, ai giornalisti e ai media locali informazioni false e analisi più che dubbie. Due di essi sono stati particolarmente risonanti:
- Secondo quanto riferito, la difesa aerea siriana ha abbattuto 71 dei 103 missili lanciati
- Le forze russe non avendo rilevato l'attacco delle forze francesi, esso fu infatti simulato, poiché gli americani non volevano lasciare agire i francesi.
Ovviamente queste due teorie non hanno materialità e non si basano su nulla. Sono stati però considerati “plausibili” da molti giornalisti che ne hanno parlato, anche se, il più delle volte, con le consuete riserve. Ma in una società in cui una parte significativa della popolazione aderisce alla teoria del complotto e in cui diversi partiti politici hanno dichiarato ufficialmente che le tesi russe devono essere prese in considerazione, una parte significativa della popolazione ha accettato queste tesi come informazioni plausibili.
È proprio in questo contesto che le informazioni riguardanti i malfunzionamenti dei missili francesi diventano molto imbarazzanti. Infatti, il riflesso dei teorici della cospirazione è stato subito quello di precipitarsi su queste informazioni per dedurre che l’Occidente aveva mentito, quindi che la Russia aveva detto la verità. Questo fenomeno è rafforzato anche dalla natura della comunicazione, in una lettera professionale sconosciuta al pubblico, che fa apparire l'informazione come “una fuga di notizie indesiderata”.
È interessante notare l’appetito degli opinion leader, anche legati all’ecosistema della Difesa, per queste informazioni. Senza la minima prova di ciò, alcuni immaginavano che questi fossero gli effetti del jamming russo, o addirittura dei virus informatici. Inoltre, l’informazione “è arrivata” nel momento peggiore, cioè nel pieno della propaganda russa.
Dal punto di vista dell’opinione pubblica francese, i benefici dell’operazione in Siria sono quindi pari a zero, nonostante si tratti di un raid straordinario effettuato dall’aeronautica militare, forse addirittura il più lungo raid di combattimento effettuato da caccia moderni nella storia, e da uno schieramento altrettanto eccezionale della Marina francese, che ha schierato 5 delle sue 12 fregate di prim'ordine in un'unica missione, ancora una volta, forse la prima per la Royal, con l'uso di missili da crociera, inserendo la Francia nell'esclusivo club dei paesi con questa capacità.
Come per gli aspetti tecnici ed operativi, anche la dimensione comunicativa dell'operazione va quindi analizzata con precisione in una RETEX volta a dare una migliore risposta alla propaganda esogena, in particolare russa.