L'intelligenza militare si aggiorna ai Big Data
Nell'era dell'informazione, quando i terroristi pubblicano selfie su Facebook, dove le battaglie vengono trasmesse in diretta, e Google Earth rivela basi militari segrete, la quantità di informazioni da elaborare diventa, nel vero senso della parola, disumana. E "questi non sono ulteriori analisti che risolveranno il problema" ha affermato Jean-François Ferlet, direttore dell'intelligence militare.
Di fronte al bigdata wall, il DRM ha riunito a febbraio, nell'ambito dell'iniziativa “Intelligence Campus”, esperti di ricerca, grandi aziende e start-up francesi al fine di individuare i migliori strumenti di monitoraggio ed elaborazione delle informazioni disponibili.
Il DRM non è l’unica agenzia di intelligence a catturare l’innovazione dall’esterno per trarre vantaggio dai Bigdata. La DGSI ha quindi adottato, non senza polemiche, la soluzione americana Palantir nel 2015, frutto di un fondo di investimento della CIA (IN-Q-Tel). All'epoca l'azienda americana era diversi anni avanti rispetto alla concorrenza.
Oggi appaiono alternative francesi che lasciano spazio all’ottimismo. Il programma Artemis, lanciato nel 2017 dalla DGA, dovrebbe consentire la nascita, entro la fine del 2019, di una soluzione sovrana di elaborazione dati e intelligenza artificiale, ovvero il “Data Intelligence Cluster”, frutto della collaborazione di 22 aziende francesi, che ha portato un risultato competitivo e la soluzione francese al mercato.
Thibaud Mattei
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