Mercoledì 4 dicembre 2024

La Germania vuole un progetto europeo di difesa aerea ravvicinata

Il Consiglio federale degli esteri tedesco ha invitato i paesi europei a sviluppare e implementare un programma volto a garantire la protezione ravvicinata delle unità combattenti. Secondo la sua analisi, i paesi europei hanno ormai perso la certezza di avere la superiorità aerea sul campo di battaglia, e le forze combattenti devono quindi disporre di una protezione in grado di ingaggiare minacce aeree entro un raggio di 8 km.

Gli elementi prodotti dal consiglio tedesco indicano quello che sembra, niente di più, niente di meno che un sostituto dei sistemi franco-tedeschi ROLAND, che erano responsabili della protezione delle unità meccanizzate dei due paesi durante la Guerra Fredda. Si stanno avvicinando anche al programma americano IM-SHORAD, che mira a produrre urgentemente 144 sistemi di difesa ravvicinata trasportati dai veicoli corazzati Stryker. Il Consiglio federale invita la Germania ad assumere la guida di questo programma, che considera urgente, per unire le energie europee attraverso PESCO, il programma di finanziamento delle iniziative europee nel settore della difesa.

Tuttavia, la consapevolezza dell’esposizione della potenza aerea europea ai sistemi moderni, per non parlare di quelli russi, e della possibile perdita della superiorità aerea occidentale sul campo di battaglia, non dovrebbe limitarsi a una semplice risposta di difesa aerea. In effetti, la potenza aerea determina la maggior parte della potenza di fuoco disponibile dei paesi europei e della NATO. La perdita di questa, oltre all’esposizione delle forze a possibili attacchi aerei nemici, le priverebbe di questa potenza di fuoco, anche se sono ampiamente sopraffatte dalla potenza meccanica russa, che dispone di 4 volte più carri armati e 10 volte più sistemi di artiglieria di disponibile in Europa.

Allo stesso modo, questa consapevolezza dovrebbe, logicamente, portare ad un adattamento dei programmi degli attuali programmi di difesa, come l’MGCS, o lo SCAF, perché non vi è alcuna indicazione che l’attuale equilibrio di potere tra Europa e Russia possa evolversi positivamente in futuro. prossimi 20 anni, al contrario.

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