Le tensioni tra Stati Uniti e Iran danno origine a una serie di attacchi informatici

Se i rischi di scontri militari tra Iran e Stati Uniti sembrano essersi attenuati negli ultimi giorni, dopo l’assalto americano ordinato e poi annullato dal presidente Trump, è nel teatro cyber che i due attori sembrano confrontarsi oggi.

Secondo le agenzie di stampa americane Reuters e AP, questo fine settimana sarebbe stato teatro di molteplici attacchi sia da parte iraniana che americana contro le infrastrutture informatiche dei due paesi. Da parte americana, sarebbero le batterie missilistiche iraniane, e in particolare i missili balistici a medio raggio come i cinesi DF3, ad essere state prese di mira e rese inattive durante il fine settimana. Teheran riconosce l'attacco, ma dichiara che è stato contenuto e che la disponibilità dei missili non sarebbe stata alterata.

Da parte iraniana, come spesso accade, i servizi governativi sono stati oggetto di attacchi di negazione dell’accesso, ma anche di attacchi di spear phishing contro le e-mail di Outlook degli utenti di queste agenzie. Questi attacchi sono stati identificati e neutralizzati dai servizi governativi e da aziende specializzate nella protezione dei sistemi, come FireEye.

Va tuttavia notato che questi attacchi erano, molto probabilmente, di portata limitata, o addirittura simbolica. In effetti, nulla indica che infrastrutture molto sensibili, come i servizi di distribuzione dell’energia o dell’acqua, siano state prese di mira, né da una parte né dall’altra. Inoltre, è noto che nel caso di un’offensiva strategica massiccia verrebbero impiegate tecniche di ingegneria sociale, molto più efficaci degli attacchi puramente informatici.

Questi reciproci attacchi informatici sono quindi più uno scambio di civiltà che vere e proprie azioni offensive.