Anche il Regno Unito sta sviluppando i suoi programmi di armi ad energia diretta

Se la Gran Bretagna prende decisioni che possono essere giudicate discutibili in alcuni ambiti della sua industria della difesa, dimostra, d'altro canto, un ammirevole dinamismo in altri, come in campo navale con i programmi Type 26, Type 31 e Dreadnougth. , aeronautica con il Tempest e missili di tutti i tipi. Ovviamente Londra punta anche a sviluppare un alto livello di competenza per quanto riguarda le armi ad energia diretta, come i Laser.

Infatti, il Ministero della Difesa britannico ha annunciato di voler stanziare un budget di 130 milioni di sterline (150 milioni di euro), per lo sviluppo di 3 dimostratori di armi ad energia diretta, con l'obiettivo di avere prototipi funzionanti nel 2023. Questi 3 programmi si basano su un sistema di difesa laser pesante, imbarcato sulle navi della Royal Navy, un sistema leggero che può essere implementato da un velivolo identificato come il programma SHIELD, il cui obiettivo sarà quello di eliminare i droni e garantire una protezione ravvicinata alle unità delle forze britanniche, e un sistema basato su onde radio (o piuttosto microonde?), volto ad eliminare i sistemi elettronici e informatici avversari sistemi. Nella dichiarazione ufficiale, Londra specifica che questi sistemi d'arma dovranno poter essere impiegati in missioni operative entro 10 anni.

Seguiranno questi programmi dal programma DragonFire, lanciato nel 2017, il cui scopo era quello di studiare e rimuovere i dubbi sull'uso futuro di questi sistemi d'arma, allo stato della tecnologia attuale e futura, per la protezione delle navi della Royal Navy.

La Francia è lungi dall’essere all’avanguardia nel campo delle armi dirette. Sono stati finanziati programmi di studio e quest'anno MBDA ha costruito un centro dedicato agli esperimenti sulle armi ad energia diretta vicino a Bordeaux, ma per il momento non è stato annunciato alcun programma importante con l'obiettivo di progettare attrezzature operative in una data precisa. Si noti che lo stesso vale per la tecnologia Rail Gun, anch’essa lontana dalle attuali preoccupazioni del Ministero delle Forze Armate e dello Stato Maggiore, e tuttavia, come le armi ad energia diretta, altrettanto importante per la sostenibilità dell’autonomia strategica negli anni a venire Venire.

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