La solvibilità della Grecia non sembra essere percepita negli Stati Uniti allo stesso modo che in Francia. Infatti, le FMS (Foreign Military Sales) hanno appena autorizzato la vendita ad Atene di 7 elicotteri navali MH-60R Seahawk con un gran numero di equipaggiamenti e armi, tra cui 10 radar APS-i 53, AGM-114 Hellfire, GAU-21 e Cannoni portuali M-2400, più di 1000 sunoboy (boe sonar lanciabili), nonché siluri antisommergibili leggeri Mark54, motori e un set di pezzi di ricambio, per un importo totale di 600 milioni di dollari. Queste ali rotanti, destinate alla Marina ellenica, sostituiranno l'aereo da guerra antisommergibile Bell 212 in servizio da oltre 30 anni. Quest'ultima razionalizzerà allo stesso tempo la sua flotta, già dotata di S-70.
Gli Stati Uniti sono già esposti in Grecia con il contratto per l'ammodernamento di 80 F16 allo standard Block70+, per un importo di 1,6 miliardi di dollari. Tuttavia, ciò non ha impedito loro di autorizzare questa vendita, alla quale probabilmente verrà corrisposta, in un modo o nell'altro, lo Stato federale o la NATO.
Da parte francese, invece, arbitrati riguardanti una possibile vendita di 2 fregate Belh@rra per la Grecia, per un importo stimato tra 1,2 e 1,3 miliardi di euro, sembrano ancora bloccati su questioni di finanziamento e quindi di garanzie di pagamento. La Francia resta in parte scottata dalle difficoltà di pagamento incontrate con Atene per i Mirage 2000 venduti negli anni 90. Ma soprattutto le autorità francesi, e in particolare il Ministero dell’Economia, non integrano nella loro analisi della produzione di risorse sociali e entrate fiscali generate in Francia da questo provvedimento, in modo da compensare in parte l’esposizione al rischio.
Pertanto, i Belh@rra, a differenza dei Gowind2500, hanno un'esposizione molto bassa alle importazioni, tanto che la maggior parte del loro valore è effettivamente prodotto in Francia dal BITD e dalla sua rete di subappalto. Infatti, gli 1,2 miliardi di euro rappresentati dal contratto genereranno, per lo Stato francese, più di 600 milioni di euro di entrate sociali e più di 400 milioni di euro di entrate fiscali, entro i 3 anni successivi all’esecuzione del contratto. . Se aggiungessimo i risparmi realizzati sui sussidi di disoccupazione, gli effetti totali sul bilancio dello Stato raggiungerebbero 1,6 miliardi di euro. Ma anche tenendo conto delle sole entrate sociali e fiscali, l’esposizione al rischio si ridurrebbe quindi a soli 1300-(600+400) = 300 milioni di euro per lo Stato qualora dovesse assumersi il rischio dell’operazione, ovvero il 25% del valore contrattuale, importo che potrà essere facilmente coperto dalla cauzione richiesta ad Atene.
È proprio questo il ragionamento che gli Stati Uniti applicano per valutare l’esposizione al rischio dei loro contratti sugli armamenti, e ciò che permette loro d’altronde di accompagnare spesso questi contratti con un contributo che riduca il costo finale per il cliente, facendo apparire Washington come una buona Samaritano.