Domenica 8 dicembre 2024

I curdi potrebbero rivolgersi a Mosca e Damasco per affrontare Ankara

La situazione continua ad evolversi in Siria, a seguito del lancio di un’azione militare turca su larga scala nel nord della Siria, per respingere le forze curde YPG oltre una striscia di 30 km lungo il confine. Così affermano numerose testimonianze, talvolta accompagnate da video esecuzioni sommarie di attivisti curdi, soldati e civili, catturati dalle milizie paramilitari che accompagnano le forze regolari dell'esercito turco. Inoltre, sembra che il regime turco non apprezzi il dissenso l'arresto di internauti che avevano espresso un po' troppo apertamente la loro contrarietà all'intervento in corso nel paese.

Ma sono probabilmente le dichiarazioni del generale curdo Mazloum Kobani Abdi, che comanda le forze democratiche siriane guidate dalle forze curde, a far presagire lo sconvolgimento più profondo in corso. Infatti, secondo Canale di notizie della CNN, il generale curdo avrebbe chiesto a William Roebuck, il rappresentante della coalizione venuto ad incontrarlo, di ritirare le forze occidentali che "le avevano abbandonate per essere massacrate", in modo da poter chiedere ad "un'altra potenza militare presente nella regione” di prendere il controllo dello spazio aereo sopra la Siria. E ha aggiunto “o si fermano questi bombardamenti, oppure ci si ritira affinché lo facciano i russi”. Una minaccia che assume molto peso in quanto il Pentagono ha confermato di aver ritirato più di 1000 uomini dalle sue forze speciali presenti nel nord della Siria al fianco dei curdi.

Generale Mazloum Kobani Abdi
Il generale curdo Mazloum Kobani Abdi ha inviato un messaggio chiaro a Washington

Questa svolta della situazione ha colto apparentemente di sorpresa la diplomazia americana, che non ha potuto far altro che chiedere al suo interlocutore “di non prendere una decisione affrettata”. Resta il fatto che se davvero il regime siriano e la Russia dovessero assumere il controllo della difesa delle forze curde, le conseguenze potrebbero essere molto significative, tra cui la rottura dei negoziati sulla Difesa tra Ankara e Mosca sarebbe solo uno degli aspetti visibili.

Resta da vedere quali risposte verranno date, sia da Washington che da Mosca, a queste dichiarazioni. Il ritorno del Congresso americano lunedì potrebbe portare a un cambiamento radicale nella posizione di D. Trump, di cui solo lui è a conoscenza. Da parte sua, Vladimir Putin potrebbe vedere questa come un’opportunità per rafforzare la posizione russa in Siria e in Medio Oriente, così come presso l’opinione pubblica, soprattutto in Europa, in un momento critico dei negoziati per allentare le sanzioni europee contro l’economia russa. Non c’è dubbio che nelle varie cancellerie di tutti coloro che oggi sono coinvolti nella crisi siriana devono squillare molto i telefoni...

PS: non ci vorrà molto, Le autorità siriane e curde hanno raggiunto un accordo, e l’esercito regolare siriano sta ora schierando le sue truppe per fermare l’offensiva turca e riconquistare i territori conquistati. Tuttavia, la posizione ufficiale di Mosca, che sostiene attivamente il governo siriano, non è ancora nota.

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