I primi carri armati americani Abrams ricevono il loro sistema di protezione attiva Trophy

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La proliferazione dei sistemi anticarro rappresenta oggi una minaccia significativa per i moderni veicoli corazzati, indipendentemente dal fatto che si oppongano o meno ad avversari tecnologicamente avanzati. Le forze armate israeliane sono state tra le prime a giudicare tale rischio tale da ostacolare l'efficacia dell'azione portata avanti da un gruppo corazzato. Nel 2007 i primi sistemi di protezione attiva Trophy, progettati dalle società Raphael ed Elda Systems, furono installati sui carri armati Merkava Mk III e Mk IV, nonché sui veicoli corazzati Namer, delle forze armate israeliane. Secondo le autorità israeliane, da allora il sistema non è mai stato violato e, in diverse occasioni, ha intercettato razzi e missili anticarro utilizzati contro i mezzi corazzati ebraici, in particolare i missili 9M133 Kornet e 9M113 Konkurs.

I carri armati Merkava erano già dotati di un sistema Soft-kill, che rilevava le minacce e attivava, se necessario, contromisure adeguate, come un disturbatore elettromagnetico, un disturbatore laser, esche a infrarossi o il dispiegamento di una bomba fumogena. Il Trofeo è un sistema Hard-Kill, che intercetta il missile o il razzo da una distanza di sicurezza grazie ad una munizione direzionale inviata contro di esso. Secondo Raphael, il Trofeo è stato utilizzato per più di 500.000 ore cumulative di funzionamento da parte delle unità dell'esercito israeliano.

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Primo piano dei sensori del Trofeo che fiancheggiano la torretta dell'Abrams

Questo stesso sistema di trofei è stato scelto dall'esercito americano per equipaggiare un certo numero di carri armati Abrams dell'esercito americano e del Corpo dei Marines, per un ordine di 193 milioni di dollari assegnato a Raphael in collaborazione con l'italiana Leonardo, che rappresenta tra 150 e 200 carri armati, il Trofeo ha un prezzo di $ 900.000. Questa soluzione temporanea, in attesa dell'arrivo del sistema modulare di protezione attiva prodotto localmente, sta quindi iniziando ad essere implementata, con la consegna da parte di Raphael e Leonardo del primo Trophy Kit all'esercito americano per l'installazione.

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Un secondo sistema di protezione attiva, denominato Iron Fist, progettato dall'israeliana IMI, e che equipaggia anche gli APC Namer israeliani, è stato dichiarato vincitore di un concorso indetto dall'esercito americano, con l'obiettivo di proteggere i veicoli da combattimento Bradley M2/3 della fanteria di una brigata corazzata o 138 veicoli corazzati. Si tratta, ancora una volta, di una soluzione temporanea, in attesa dell'entrata in servizio del sostituto del Bradley che sarà dotato anch'esso del sistema MAPS. D'altra parte, né il Trofeo né il Pugno di Ferro potevano essere qualificati per equipaggiarlo gli Stryker americani, gli impianti essendo considerati troppo restrittivi e troppo pesanti per il veicolo blindato da 15 tonnellate.

Primo piano APS Afghanit Defense News | Carri armati MBT | Contratti di difesa e bandi di gara
Primo piano sull'APS Afghanit che equipaggia i russi T14, T15, Kurganet 25 e Boomerang di nuova generazione, che entreranno in servizio dal prossimo anno.

Anche molti paesi stanno convertendo la loro flotta corazzata pesante in sistemi di protezione attiva, come i Paesi Bassi e la Germania. La Russia ha integrato un APS (sistema di protezione attiva) in tutte le versioni modernizzate e di nuova generazione dei suoi carri armati e veicoli corazzati pesanti, come il T14/15 Armata e Kurganet 25 che hanno il sistema di protezione attiva Afghanit, ma anche il T72B3M, il T80BVM e il T90M, che ora entrano in servizio al ritmo di 150-200 carri armati all'anno nelle forze russe e che sono equipaggiati con il sistema Arena-M o Afghanit. IL Carri armati cinesi sono dotati anch'essi di questo tipo di protezione.

Nonostante il suo aspetto ormai indispensabile, non è previsto alcun APS nell'ammodernamento in corso dei 200 carri armati Leclerc in servizio nell'esercito francese. I nuovi EBRC Jaguar e VBMR Griffon sono dotati esclusivamente di sistemi Soft-Kill, destinati a bloccare eventuali missili che li hanno presi di mira. Una decisione difficile da giustificare alla luce della rapida evoluzione delle minacce, sia in termini di combattimento cosiddetto “ad alta intensità”, con missili anticarro sempre più efficienti in servizio in gran numero in un gran numero di forze armate, ma anche in teatri meno intensivi, data la proliferazione di efficienti sistemi anticarro nelle mani di forze non convenzionali.

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