Washington vuole attribuire agli europei la responsabilità dell’uscita dal trattato Open Sky

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Non è quello che dice, ma è di questo che si tratta! L’amministrazione Trump lo ha fatto ha esortato gli europei a “risolvere i problemi relativi al trattato Open Sky”, in caso contrario, gli Stati Uniti si ritireranno, in tempi relativamente brevi, poiché la decisione sarà presa nel gennaio 2020. Firmato nel 1992 dopo la fine della Guerra Fredda, il trattato “Open Sky”, o Open Sky, consente la 34 Stati membri di effettuare voli di sorveglianza sul territorio di un altro membro, per convalidare il rispetto degli impegni internazionali in termini di difesa e, se necessario, eseguire procedure in caso di non conformità. Il trattato è concepito sul principio di reciprocità: quando un paese autorizza i voli sul proprio territorio, ottiene l'autorizzazione a sorvolare il territorio dell'altro.

Secondo le autorità americane La Russia non rispetterebbe le clausole di questo trattato, vietando i voli su determinate zone, come l'enclave di Kaliningrad, e le zone di confine con la Georgia. D’altro canto, lei stessa beneficerebbe di una grande libertà di accesso. Inoltre, secondo Washington, questo trattato rappresenta una spesa inutile, poiché con i moderni satelliti l'informazione richiesta è accessibile in modo più sicuro e sistematico che nel rispetto dei vincoli del trattato. E infatti, nell’ottobre di quest’anno, Donald Trump ha annunciato l’intenzione di ritirare gli Stati Uniti dal trattato, firmando così la sua condanna a morte.

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Il mantenimento della flotta statunitense impegnata nel trattato Open Sky è considerato una spesa inutile dall’amministrazione Trump

Tuttavia, per gli europei, questo trattato è considerato molto importante. Permette non solo di raccogliere informazioni sulle forze militari russe alle quali altrimenti non avrebbero accesso perché non dispongono del sistema satellitare di Washington, ma anche di preservare un canale di comunicazione e negoziazione con Mosca su questo argomento. Il Cremlino denuncia, da parte sua, il disfacimento sistematico di tutti i meccanismi risultanti dal dopo Guerra Fredda, con la fine quest'anno del trattato INF sui missili a raggio intermedio e le minacce di Washington ai soggetti del trattato START sulle armi strategiche, che si conclude nel 2021 e che il presidente Trump ha già preso di mira.

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Attribuendo agli europei la responsabilità di “riportare Mosca a un rispetto più rigoroso” dell'accordo, l'amministrazione Trump cerca di assolversi dalla responsabilità di questa uscita programmata, e probabilmente già registrata nelle alte sfere, come ha affermato. il sistema russo Novator come pretesto per uscire dal trattato INF. Eliminando tutti i meccanismi multilaterali istituiti negli anni '80 e '90 per regolare la tensione tra i blocchi, intende beneficiare di tre vantaggi diretti:

  • Guidare la Russia in una nuova corsa agli armamenti, che sa che il Cremlino non potrà seguire senza rovinare il Paese a breve termine
  • Liberare gli Stati Uniti dai vincoli per rafforzare il loro intero strumento militare per affrontare la Cina.
  • Rafforzare la dipendenza degli alleati degli Stati Uniti, siano essi europei, mediorientali o della zona Asia-Pacifico, aumentando il “biglietto d’ingresso” all’incombente corsa militare.

Si tratta, in altre parole, di riprodurre la strategia attuata da R. Regan negli anni '80, che, è vero, contribuì ad accelerare il crollo del blocco sovietico (comunque inevitabile nel medio termine). , assumendosi rischi significativi che avrebbero potuto portare a un conflitto nucleare (crisi degli euromissili nel 1983).

Foto diventata cult dell'offensiva del presidente Trump e della disillusa cancelliera tedesca al vertice della NATO Defense News | Awacs e guerra elettronica | STATI UNITI
I disaccordi tra il presidente americano e i suoi omologhi europei continuano ad aumentare nel corso degli anni.

Con questa nuova dimostrazione di forza americana nei confronti dei suoi alleati, che del resto dimostrano una reale coesione europea in materia, Donald Trump non farà altro che rafforzare la determinazione e le certezze dei più scettici riguardo alla visione futura portata avanti da D. Trump, come i francesi. Il presidente E. Macron. Bisognerà però vedere come, di fronte alla determinazione di Washington, le cancellerie europee riusciranno a mantenere l'unità attuale, per cercare di influenzare le posizioni americane, ampiamente contestate anche dal Senato e dalla Camera dei Rappresentanti a Washington.

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