La fine del mandato del presidente Trump è stata, come sappiamo, a dir poco caotica. Un ambito, tra gli altri, ha lasciato perplessi molti osservatori, quello della pianificazione industriale e del format della Marina statunitense, segnato da iniziative tanto tardive quanto sproporzionate da parte dell’amministrazione americana. Così, poche settimane prima dell’insediamento del presidente eletto Joe Biden, Donald Trump ha approvato una legge che garantisce obiettivi di altissimo livello alla Marina americana, con 355 navi da combattimento nel 2030 e più di 500 edifici nel 2045, anche se senza una pianificazione realistica. potrebbero essere attuate in materia nel corso dei 4 anni di mandato del presidente uscente. Ovviamente, questa manovra non aveva quasi alcuna possibilità di sopravvivere all’insediamento di Joe Biden, poiché lo presumeva un aumento molto significativo dei crediti assegnati alla Marina americanaMentre il budget del Pentagono aveva già raggiunto quello che molti esperti credevano fosse il tetto a più di 700 miliardi di dollari all'anno.
In effetti, la Marina americana si è trovata, all’inizio dell’anno, in una situazione molto delicata, sostenuta da obiettivi irrealistici e un budget limitato, anche se una parte significativa della sua flotta sta ormai raggiungendo la fine della sua vita utile. , come gli incrociatori Ticonderoga e i cacciatorpediniere Arleigh Burke Flight I, e che un'altra parte della sua flotta, più moderna, si rivela difficile da utilizzare nel contesto del Pacifico, come la LCS. Tanto più grande è la pressione sulla Marina americana la flotta cinese sta vivendo una crescita molto rapida, con una media di 7 incrociatori e cacciatorpediniere e almeno 2 sottomarini consegnati ogni anno, e che riceverà entro il 2023 la prima portaerei pesante dotata di catapulte Tipo 003 attualmente in costruzione. Inoltre, l’ascesa tecnologica della Marina statunitense rispetto a quella del PLA tende ad atrofizzarsi rapidamente, e diventa sempre più rischioso scommettere sull’inesperienza dei marinai cinesi mentre si allenano a ritmi sostenuti, in particolare durante numerosi e complessi ed estesi assalti anfibi e anti - esercitazioni di guerra navale in alto mare.
In occasione delle audizioni riguardanti la preparazione del bilancio 2022 del Pentagono, la Marina americana ha presentato un nuovo piano di capacità al Congresso americano per il periodo fino al 2050. Il nuovo documento, più realistico e più flessibile del piano proposto da Marc Esper, allora segretario alla Difesa di Donald Trump lo scorso autunno, mostra anche profondi cambiamenti di paradigma per la Marina americana rispetto al post -Periodo della Guerra Fredda che sta finendo. Pertanto, l’obiettivo finale annunciato è stabilito attorno a una flotta che sarà composta da 321 a 372 navi da combattimento con equipaggio e da 77 a 140 navi di superficie e sottomarini autonomi e robotici. Nel dettaglio, se si preserva la flotta delle grandi portaerei, con un'ipotesi alta di 11 navi come oggi, e un'ipotesi bassa di 9 portaerei come spesso menzionato, e che la flotta anfibia pesante rimane sulla stessa linea, con da 8 a 9 portaelicotteri d'assalto (e quindi prevista una riduzione di volume da 2 a 3 unità delle 11 classe America LHA) e da 16 a 19 navi d'assalto pesanti, altri elementi hanno visto i loro obiettivi di volume profondamente modificati.
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