Di fronte ai rapidi sconvolgimenti che interessano gli equilibri geostrategici nel mondo, gli eserciti francesi, come l'industria della difesa nazionale, affrontano un problema complementare ma senza una soluzione ovvia. Gli eserciti, infatti, continuano a ripetere, in modo sempre più udibile, che mancano dei mezzi, e in particolare di risorse e manodopera pesanti, per svolgere le loro missioni in un contesto in cui gli scontri ad alta intensità potrebbero tornare ad essere possibili, o addirittura diventare la norma. Allo stesso tempo, la base industriale e tecnologica della Difesa francese, o BITD, se ora ha un'attività relativamente forte, manca chiaramente di visibilità a medio termine, ma anche di volume di produzione, per poter imporre le sue attrezzature durante le competizioni sulla scena internazionale. La complementarietà dei bisogni è quindi evidente, ma non può realizzarsi oggi a causa dei limiti di bilancio imposti dallo stato delle finanze pubbliche del Paese, largamente penalizzate dalla crisi COVID.
Allo stesso tempo, appare sempre più evidente che l'equipaggiamento militare di seconda mano, e in particolare i recenti oggetti di seconda mano con un reale potenziale militare a medio e lungo termine, stanno riscontrando un crescente successo con molti paesi che desiderano aumentare rapidamente il loro capacità militari di fronte a minacce anch'esse in rapida evoluzione. Tali richieste riguardano sia il settore degli aerei da combattimento, come è avvenuto per l'acquisizione da parte della Grecia di 18 Rafale, di cui 12 di seconda mano con una prima consegna ieri a Istres, sia le navi, come nel caso della vendita di 2 Fregate francesi FREMM per Marocco ed Egitto, seguite da due fregate FREMM prelevate dall'inventario della Marina Militare Italiana per il Cairo. In queste condizioni, sembra opportuno considerare un modello complementare alla tradizionale vendita di equipaggiamento per la difesa, che consenta contemporaneamente di soddisfare questa esigenza di esportazione, di aumentare le capacità operative immediate degli eserciti e di aumentare l'attività delle industrie della difesa, senza incidere sulle finanze pubbliche, la Riserva Operativa.

Il suo principio è relativamente semplice, sebbene innovativo. Le forze armate francesi riceverebbero una serie di importanti equipaggiamenti in soprannumero rispetto al formato definito dalla programmazione militare, che potranno utilizzare operativamente rispettando determinate limitazioni, nell'ambito di un contratto di locazione portato da un partenariato pubblico-privato azienda creata appositamente per questo scopo. Allo stesso tempo, queste apparecchiature saranno offerte sul mercato internazionale sia in acquisto diretto che in forma di leasing, con tempi di implementazione molto più brevi rispetto al contesto della produzione on-demand. Naturalmente, più vecchia è l'attrezzatura, più interessante sarà il prezzo. Il trasferimento di attrezzature a un cliente esportatore comporterebbe la sua sostituzione, identica o in forma incrementale, in modo che la riserva operativa, costituita da attrezzature in sovrannumero negli eserciti, rimanga costante.
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