In molte aree, come i sistemi terra-aria a lungo raggio, i missili anticarro, la guerra elettronica e persino l'artiglieria e le armature, l'esercito degli Stati Uniti ha visto il suo vantaggio tecnologico ereditato dalla fine della Guerra Fredda erodere nel corso degli anni. di intervento in Iraq e Afghanistan, mentre altri paesi, in particolare Russia e Cina, hanno metodicamente investito per recuperare, e talvolta anche superare, la tecnologia statunitense. Ma c'è un'area in cui gli eserciti americani sono stati in grado di investire in tempo e in misura sufficiente per mantenere un divario significativo rispetto ai loro concorrenti, armi a energia diretta, in particolare per garantire una stretta protezione antiaerea delle sue unità e dei principali siti. Queste tecnologie stanno ora raggiungendo la maturità e l'esercito degli Stati Uniti prevede di iniziare a schierarli su vasta scala tra il 2025 e il 2027 per contrastare, tra l'altro, minacce emergenti come droni e sciami di droni, ma anche missili, razzi e proiettili di artiglieria e mortaio, la cui portata e precisione sono notevolmente migliorate negli ultimi anni.
Per garantire questa missione, l'esercito americano ha sviluppato, da diversi anni, 4 nuovi sistemi specializzati, in grado di fornire una protezione adeguata alla minaccia: un sistema mobile, denominato DE M-SHORAD; un sistema pesante chiamato IFPC-HEL; un sistema pesante specializzato nell'eliminazione di sciami di droni chiamato IFPC-HPM e una serie di sistemi anti-drone leggeri C-sUAS. Ciascuno di questi sistemi, attraverso le sue capacità di potenza, mobilità e interconnessione, risponderà a scenari specifici, fornendo un valore aggiunto operativo che l'esercito americano considera decisivo negli impegni ad alta intensità che ci attendono contro avversari dotati di mezzi militari e tecnologici avanzati.
Il guardiano Stryker DE M-SHORAD
Il primo di questi sistemi ad entrare in servizio dal 2025 sarà il Guardian, designato con l'acronimo Direct Energy Mobile SHOrt Range Air Defense o DE M-SHORAD. Si tratta di un laser ad alta energia da 50 Kw accoppiato ad un sistema aereo di rilevamento e designazione dei bersagli, e caricato su un mezzo corazzato Stryker 8×8, cavallo di battaglia della US Brigade Combat Team. Con tale potenza, il Guardian sarà in grado di fornire protezione contro i droni aerei di categoria 1 e 2, vale a dire droni di peso inferiore a 30 kg che operano a meno di 3500 piedi di altitudine, ma anche, in una certa misura e con un tempo di esposizione sufficientemente lungo, contro i droni di 3° categoria, che possono raggiungere i 650 kg ed evolvere fino a 18.000 piedi sul livello del mare, ovvero 6 km, in cui troviamo in particolare il famoso drone turco TB2 Bayraktar. Sarà anche in grado di intercettare le minacce RAM (proiettili di razzi, artiglieria e mortaio) purché non siano troppo veloci o troppo massicce. Infine, può essere usato contro gli elicotteri, più per danneggiarli che per distruggerli.

Va notato che la difesa contro gli aerei e le minacce balistiche non è responsabilità dei sistemi SHORAD dell'esercito americano, essendo questa devoluta a sistemi antiaerei pesanti come il Patriot, a missili terra-aria leggeri come lo Stinger e il superiorità aerea fornita dalla US Air Force, il sistema essendo limitato dalla capacità di produzione di energia a bordo dello Stryker per mantenere la mobilità coerente con la necessità di supporto per le forze. Come tutti questi nuovi sistemi energetici diretti, il Guardian sarà interconnesso con i sistemi di rilevamento presenti nel teatro delle operazioni, in applicazione della dottrina Joint All-Domain al centro della strategia di ingaggio statunitense negli anni a venire.
Il sistema Valkyrie IFPC-HEL
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