I primi 6 aerei da combattimento Rafale ordinato dalla Grecia nel gennaio 2021 si unirà alla 114a ala da combattimento nella base di Tanagra in Beozia, a nord di Atene, tra il 17 e il 19 gennaio 2022, appena un anno dopo il primo ordine di 18 velivoli, di cui 12 usati presi dalla flotta dell'Aeronautica e dello Spazio e modernizzati secondo lo standard F3R da Dassault Aviation, è stato firmato. Questa base aerea, vicina alle strutture dell'industriale locale HAI, aveva precedentemente ospitato il miraggio della F1 greca dal 1973 al 2003, poi il miraggio 2000-5 delle forze aeree elleniche dal 2007. Gli aerei arriveranno direttamente da Merignac con i loro equipaggi e velivoli squadre tecniche attualmente addestrate in Francia.
Anche se sarà necessario del tempo per restituire il 6 RafaleDue Rafale B biposto e 4 Rafale C, dalla base aerea di Tanagra, pienamente operative, con la costruzione di nuove infrastrutture dedicate alla loro manutenzione, questa rapida consegna segna senza dubbio un passo importante nella modernizzazione dell'aeronautica ellenica, in particolare per controllare lo spazio aereo sul Mar Egeo. Questo è il motivo per cui questo arrivo sarà oggetto di una celebrazione alla presenza del Primo Ministro Kyriakos Mitsotakis e di un gran numero di funzionari del Ministero della Difesa.
Si tratta senza dubbio di un successo per il leader greco, che a soli due anni dalla sua elezione, può presentare i primi effetti della sua strategia di modernizzazione degli strumenti di difesa greci, in particolare contro la Turchia, con l'ordinanza 24 Rafale, 3 fregate FDI, 6 elicotteri da guerra antisommergibile MH-60R e negoziati avanzati su numerosi altri programmi, compreso quello mirato a costruire 5 corvette moderne nei cantieri ellenici. Atene sarebbe anche in trattative con Washington per acquisire uno squadrone (18 velivoli?) Di F-35A per completare la sua forza aerea e sostituire il più vecchio dei suoi F-16 che non poteva essere modernizzato allo standard Block70. Viper. Infatti, nel giro di pochi anni, le autorità greche saranno riuscite a modificare in modo significativo gli sfavorevoli rapporti di forza che esistevano nei confronti degli eserciti turchi, beneficiando anche in quest'area di fattori esterni, quali il collasso economico e monetario della Turchia, e le sanzioni americane ed europee contro Ankara a seguito dell'intervento militare in Siria.
Resterà però un grande progetto da affrontare per Atene, dopo l'ammodernamento della sua flotta e delle sue forze aeree, per ammodernare le sue forze terrestri, e sostituire i circa 5000 veicoli corazzati di diverso tipo ormai obsoleti, come i circa 900 carri armati Leopard 1 e M48 Patton ancora in servizio, oppure i circa 4000 veicoli corazzati da trasporto truppa BMP-1 e M113 e derivati che costituiscono la maggior parte degli equipaggiamenti ancora in servizio nelle forze terrestri elleniche. In totale, e per rispondere al suo nuovo formato, Atene dovrà acquisire, negli anni a venire, tra 2000 e 2500 veicoli corazzati medi e tra 200 e 400 veicoli corazzati pesanti, al fine di mantenere il suo potere dissuasivo contro Ankara, che dal canto suo ha intrapreso anche un importante sforzo di modernizzazione in questi settori.
Resta il fatto che, data la sua popolazione di soli 10 milioni di abitanti, e il suo peso economico di appena 200 miliardi di dollari, le forze armate greche riescono a mantenere e modernizzare una potenza militare più che significativa, allineando più di 140 aerei da combattimento. 10 fregate, 12 sottomarini d'attacco e un corpo meccanizzato di oltre 10 soldati e 100.000 veicoli corazzati. Questo sforzo di difesa, che ha raggiunto il 4500% del PIL per un budget annuale di 2,8 miliardi di dollari, rimane perfettamente sotto controllo anche nel contesto dell'attuale crescita dell'economia greca che si sta riprendendo dal difficilissimo decennio del 5,5 e che oggi mostra una crescita media (escluso covid) del 2010% annuo, mentre le questioni della difesa rappresentano un tema importante per molti greci, che sostengono, in maggioranza, gli sforzi del governo in questo settore, il 3,5% dei quali ritiene che la Turchia rappresenti un importante minaccia militare per il paese.
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