Mercoledì 4 dicembre 2024

La cooperazione franco-tedesca attorno al programma SCAF di nuovo in subbuglio

Appena un anno fa, il Future Air Combat System, o SCAF, che ha riunito per 4 anni Francia e Germania, a cui si è poi aggiunta la Spagna, e mirava a sviluppare il sostituto del Rafale Francese ed Eurofighter Typhoon Tedeschi e spagnoli dovettero affrontare diversi problemi critici che minacciavano addirittura la continuazione del programma. Che si trattasse della distribuzione del carico industriale tra le industrie di ciascun paese o di problemi relativi la proprietà intellettuale di alcune tecnologie precedentemente sviluppate da Dassault Aviation, le discussioni erano sospese, fino a un impulso politico dell'Eliseo e della Cancelleria tedesca, che ha offerto una minima via d'uscita per consentire al Bundestag di convalidare il finanziamento della fase di progettazione di manifestanti e prototipi, prima della pausa estiva e delle elezioni legislative tedesche di settembre.

Tuttavia, e come abbiamo scritto allora, questo accordo non ha fatto nulla per risolvere i problemi di fondo che stavano bloccando la continuazione del programma e della cooperazione franco-tedesca, suggerendo che queste sarebbero ricomparse prima o poi. Da allora, molti eventi hanno complicato la situazione già tesa tra Parigi e Berlino, con una nuova coalizione alla guida della Germania senza la CDU di Angela Merkel, e arbitrati tedeschi deludenti dal punto di vista francese, come il ritorno dell'ipotesi dell'acquisizione dell'F-35 da parte di Berlino in sostituzione del Tornado della Luftwaffe dedicato alle missioni di condivisione nucleare della NATO o l’acquisizione da parte di Berlino degli aerei da pattugliamento Boeing P-8A Poseidon Maritime condannando quasi sicuramente il programma MAWS che doveva produrre un aereo europeo per questa missione. Allo stesso tempo, Dassault Aviation ha visto salire alle stelle la propria credibilità industriale e tecnica con un anno eccezionale nel campo delle esportazioni per il Rafale che ha registrato 146 nuovi ordini nel 2021, realizzando il dispositivo più esportato della sua generazione sul pianeta.

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La sostituzione del Tornado tedesco dedicato alla missione di condivisione nucleare della NATO continua a pesare sul futuro del programma SCAF, con il ritorno dell'ipotesi dell'F-35 per la Luftwaffe

In effetti, non sorprende affatto che il CEO di Dassault Aviation, Eric Trappier, stia tornando sulla scena mediatica per attuali difficoltà incontrate nei negoziati con Airbus Defence & Space in merito alla condivisione industriale attorno a questo programma. In effetti, il produttore di aerei francese ha più che mai diritto di rivendicare il controllo sulla produzione del Next Generation Fighter, il caccia medio, primo pilastro del programma SCAF, soprattutto perché l'industria francese ha già fatto numerose concessioni alle industrie tedesca e spagnola negli altri 6 pilastri del programma, in contraddizione con il paradigma del “miglior atleta” su cui inizialmente doveva basarsi il programma. Allo stesso tempo, l’ormai probabile arrivo degli F-35 in seno alla Luftwaffe riduce meccanicamente l’urgenza della necessità di una sostituzione a livello Typhoon entro il 2040, mettendo la Germania in una posizione di forza contro la Francia, che non ha una soluzione intermedia su cui fare affidamento.


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