La Germania vuole una difesa antiaerea europea integrata, ma senza la Francia...

È passato molto tempo da quando Emmanuel Macron e Angela Merkel hanno ripetuto più e più volte i vantaggi della cooperazione franco-tedesca per costruire "l'Europa della difesa", e che tutti i soggetti erano considerati nello spettro di questa cooperazione, anche quando né l'uno né l'altro adeguato né efficiente. Oggi, la maggior parte dei programmi di co-sviluppo di attrezzature per la difesa franco-tedesche, come SCAF, MGCS, MAWS o CIFS, sono fermi o gravemente ostacolati, quando non sono puramente e semplicemente abbandonati, come Tiger III dalla parte tedesca. Ciò che può apparire come l'emersione di differenze tecniche che ostacolano l'avanzamento di questi programmi industriali, potrebbe in realtà essere l'espressione di differenze profonde e concettuali sulla natura stessa di questa cooperazione e sui suoi obiettivi. Questo è comunque quanto si riflette nel discorso tenuto dalle autorità tedesche nei mesi scorsi, mostrando una chiara volontà di prendere le distanze da questa cooperazione ereditata da un'epoca passata.

L'ultima spinta da Berlino a questa concezione comune dell'Europa della difesa è arrivata dallo stesso cancelliere Olaf Scholz, durante un discorso tenuto alla Charles University di Praga, nella Repubblica Ceca, lo scorso 29 agosto. Per il capo di Stato tedesco è infatti necessario costruire una difesa aerea europea integrata e coordinata, per poter neutralizzare la potenza aerea e balistica russa, nonché la minaccia che essa rappresenta per i Paesi dell'Europa orientale e dell'Europa centrale. E per aggiungere che Berlino intendeva investire massicciamente in questo campo negli anni a venire, al fine di sviluppare maggiori capacità di rilevamento e coinvolgimento, anche in campo antibalistico, invitando i suoi vicini europei ad aderire a questo programma. aumentarne l'efficienza.

Ma in termini di partner europei citati dal cancelliere tedesco, se ci sono la Polonia, i Paesi baltici, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, gli Stati scandinavi e i Paesi Bassi, non c'è Belgio, Italia, Bulgaria, Romania, Grecia, Spagna o Portogallo, e non più dai paesi balcanici o dall'Ungheria, ma fedele cliente dell'industria della difesa tedesca. Certo, Roma, Madrid e Bilbao sono più lontane dai confini russi, quindi forse meno vulnerabili a possibili attacchi dell'aviazione e dei missili di Mosca. Ma che dire di Bruxelles, quartier generale della Nato e dell'Ue, che dista solo 175 km da Amsterdam, la Romania in prima linea sul versante meridionale, proprio come la Bulgaria e la Grecia? Soprattutto la Francia, questo partner chiave al centro di tutti i grandi programmi di difesa industriale che dovrebbero strutturare l'Europa della Défense nel prossimo decennio, non viene citata, ed è probabile che Parigi non sia stata nemmeno consultata in merito il soggetto.


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