Per la US Air Force, ora è tutto F-35!

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Solo 3 anni fa, sotto la guida dell’allora direttore delle acquisizioni, il dottor Will Roper, l’aeronautica americana stava intraprendendo un approccio industriale molto audace, sulla base di programmi brevi e limitati, maggiore concorrenza tra i produttoriE cicli di vita ridotti per i suoi materiali volanti. Questo modello aveva attirato anche lo stato maggiore americano, che lo vedeva come un modo per risolvere i propri problemi di costo relativi alla realizzazione di una flotta di F-35 di oltre 1200 unità, affidandosi ad aerei meno avanzati ma con prestazioni più adeguate come gli F-15EX della Boeing, o nuovi velivoli meno costoso dell'aereo Lokcheed-Martin ma in grado di sostituire gli F-16 attualmente in servizio e che sarebbe stato sviluppato nell'ambito del programma NGAD. Con il cambio di amministrazione seguito all’elezione di Joe Biden, tutti questi approcci furono gettati dalla finestra, a volte senza tante cerimonie, dal nuovo segretario dell'Aeronautica Militare, Franck Kendall.

Ben presto non si trattava più, così, di fare del programma NGAD il ricettacolo tecnologico di sviluppi multipli e iterativi, come proposto da Roper, ma di attenersi all'approccio tradizionale dell'Aeronautica Militare, vale a dire lo sviluppo di un programma molto complesso e velivoli di fascia alta molto costosi, destinati a sostituire, entro l’inizio del prossimo decennio, l’F-22 Raptor. Per quanto riguarda un possibile sostituto dell'F-16 che incorpori le caratteristiche della quinta generazione, ma senza i vincoli di manutenzione dell'F-5, l'idea è evaporata lo stesso giorno della nomina di Kendall al suo incarico da parte di Joe Biden. Aveva infatti annunciato, durante l'audizione al Senato prima della sua nomina, che secondo lui l'F-35 era la soluzione preferita per l'aeronautica americana, e che i problemi dei costi di proprietà portati prima da studi ma anche da parte della stessa US Air Force, troverebbero le loro risposte aumentando le dimensioni della flotta.

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La sostituzione dell'F-22 dovrebbe iniziare all'inizio del prossimo decennio, con gli aerei progettati nell'ambito del programma Next Generation Air Dominance o NGAD.

Da allora era iniziato un tranquillo confronto tripartito tra lo stato maggiore dell'aeronautica americana da un lato, Franck Kendall dall'altro, e con il Congresso americano come arbitro. Così, negli ultimi due anni, il Pentagono ha chiesto una riduzione degli ordini di F-35A, ma anche un aumento degli ordini di F-15EX, l'aereo ritenuto più adatto a soddisfare le esigenze immediate, soprattutto nel Pacifico. Pertanto, nel 2023, verranno ordinati solo 33 F-35A e 24 F-15EX, mentre il ritmo di rinnovamento della flotta richiede una consegna di 76 nuovi aerei all'anno, anche solo per mantenere il formato di caccia dell'aeronautica americana con 1800 aerei. Ma sembra che in questo confronto a chiazze, la politica stia prendendo il sopravvento su quella operativa. Infatti, a giudicare da le ultime dichiarazioni di Franck Kendall, ma anche del tenente generale Moore che ha recentemente assunto la carica di capo della pianificazione dell'aeronautica militare, come quelli di Andrew Hunter, il sostituto di Will Roper, sembra che per l'aeronautica americana il futuro comporterà un massiccio aumento degli ordini e della flotta di F-35A.

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