Le nuove capacità offerte dai droni da combattimento collaborativi non cambieranno solo strategie e dottrine, ma anche il mercato degli aerei da combattimento negli anni a venire.
Dal suo arrivo sul mercato internazionale degli aerei da combattimento una quindicina di anni fa, L'F-35 Lighting II di Lockheed-Martin ha fatto la parte del leone nelle competizioni internazionali, con ordini fermi da ben 14 forze aeree al di fuori degli Stati Uniti.
E la dinamica non sembra volersi inaridire, con molti altri Paesi, quindi cinque Paesi europei (Germania, Spagna, Grecia, Repubblica Ceca e Romania) che hanno annunciato l'intenzione di dotarsene a breve o medio termine.
In molti casi, l’aereo americano vinse al termine di una competizione che lo contrapponeva ad altri caccia americani ed europei, in particolare al Rafale Il francese, lo svedese Gripen, il Typhoon Europeo o addirittura il Boeing Super Hornet.
In ognuno di essi, il Lighting II è stato dichiarato vincitore, in particolare per il suo design più recente, ma anche per la sua azione furtiva, sapendo anche che il peso politico e militare degli Stati Uniti ha giocato a pieno in molti casi.
Tuttavia, questa gerarchia, sebbene ben consolidata, potrebbe essere rimessa in discussione nel giro di pochi anni, e l'arrivo di nuovi cosiddetti droni da combattimento collaborativi, questi droni che potranno evolversi a fianco ea vantaggio degli aerei da combattimento con equipaggio, e che sono attivamente sviluppati in tutto il mondo, con i programmi americani e australiani Skyborg e Loyal Wingman, o con i Remote Carrier europei.
Infatti, questi nuovi dispositivi, che fungeranno da appendici agli aerei da combattimento, moltiplicandone le capacità di rilevamento e azione, cambieranno profondamente la condotta delle operazioni di guerra aerea e, con esse, il ruolo stesso degli aerei da combattimento in questo futuro dispositivo.
Tuttavia, in una tale ipotesi, gli argomenti chiave che hanno decretato il successo dell’F-35 negli ultimi 15 anni probabilmente non si riveleranno più decisivi di fronte alle caratteristiche che altri velivoli, a volte più vecchi, possono presentare, come IL Rafale della Dassault Aviation.
I droni collaborativi, siano essi Loyal Wingmen o Remote Carrier, rappresentano una nuova generazione di droni da combattimento destinati ad essere controllati da un aereo da combattimento, in modo da estenderne le capacità. A differenza dei droni attuali, come i droni MALE, questi non saranno pilotati da remoto, ma semplicemente controllati dall'equipaggio dell'aereo da combattimento, con la funzione di pilotaggio gestita dall'intelligenza artificiale.
Questi nuovi droni saranno di dimensioni, forme e capacità variabili, a seconda delle loro missioni, e potranno trasportare sensori ed effettori (missili, bombe, disturbatori, ecc.) in modo da aumentare le capacità di combattimento e le opzioni tattiche del dispositivo pilotato, tanto più che un singolo caccia sarà in grado di controllare più di questi droni contemporaneamente.
Comprendiamo, quindi, fino a che punto l'arrivo di questi nuovi sistemi sconvolgerà lo svolgimento delle operazioni di guerra aerea, portandolo, questa volta in modo molto significativo, in una vera e propria nuova generazione, molto più sicuramente di quanto si potrebbe l'arrivo della famosa generazione 5ᵉ di aerei da combattimento.
Questa trasformazione cambierà radicalmente anche il ruolo del velivolo da combattimento in questo nuovo ambiente, con una ridistribuzione delle carte in termini di capacità ad alto valore aggiunto, criteri determinanti sia in combattimento che durante i passaggi di mano ai mercati.
L'aereo da caccia, infatti, vedrà il suo ruolo primario evolversi da funzione di vettore a funzione di coordinatore. Oggi un aereo da combattimento è soprattutto una piattaforma centralizzata in grado di ricevere, trasportare e implementare sistemi di rilevamento e munizioni, sia per missioni di superiorità aerea, attacchi o informazioni.
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[…] dalle difese antiaeree che esisteranno nel 2035 e oltre. Soprattutto il Rafale F5 dovrà implementare e controllare droni da combattimento come il Remote Carrier attualmente in fase di sviluppo nell'ambito del programma SCAF, che gli consentirà di estendere […]
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