Dalla metà degli anni '60, le nuove navi da combattimento sovietiche furono dotate di sistemi di protezione ravvicinata AK-630, un cannone esatubo da 30 mm con guida radar destinato ad intercettare aerei da combattimento, elicotteri e missili anti-nave che minacciavano l'edificio, e avendo superato la sua lunga e difesa a medio raggio fornita da missili terra-aria e artiglieria navale. Circa quindici anni dopo, la US Navy iniziò a schierare sui suoi nuovi edifici l'ormai famoso sistema Phalanx, un cannone da 20 mm anch'esso esatubo capace di altissime cadenze di fuoco oltre i 4000 colpi al minuto, per intercettare le minacce aeree in arrivo a brevissima distanza. Questo è il modo in cui la nozione di Close-In Weapon System, o CIWS (pronunciato Se-sì-s) per garantire la massima protezione delle navi di superficie contro missili, razzi, aerei e persino proiettili di artiglieria.
Da allora il sistema è stato ampiamente democratizzato, e diversi sistemi ora equipaggiano le marine occidentali, siano sistemi di artiglieria come il Phalanx o il Portiere, o basati su missili a brevissimo raggio, come il SeaRam americano e il francese Simbad, ma anche in Russia con Kashtan e il nuovo Naval Pantsir-M, e in Cina con il Tipo 730 (artiglieria heptatube da 30 mm) e il HQ-10 (missili). E la stragrande maggioranza delle cosiddette navi da combattimento di superficie di 1° grado entrate in servizio dal 1990 ne erano equipaggiate. Solo una grande marina mondiale non ha utilizzato questo tipo di sistema, la marina francese. Per Parigi, infatti, questi sistemi erano considerati superflui, sapendo che le navi francesi avevano una vasta ed efficace panoplia di guerra elettronica e esche per integrare i missili terra-aria e l'artiglieria navale per affrontare la realtà della minaccia durante questo periodo. Il fatto è che, tra il 1990 e il 2010, i rischi che una fregata francese fosse effettivamente presa di mira da un gran numero di missili anti-nave eccedenti le capacità difensive offerte dalla panoplia difensiva a sua disposizione, erano molto bassi.

Ma negli ultimi anni il rischio si è notevolmente evoluto, e ora è tutt'altro che escluso che una nave francese sia presa di mira da missili e droni nemici. Diventava quindi ormai fondamentale proteggere da questo tipo di minaccia non solo le fregate e i cacciatorpediniere già dotati di sistemi di guerra elettronica e missili terra-aria, ma anche le navi di supporto e di seconda scelta, come la nuova Supply Ship della Flotta, o BRF, della classe Jacques Chevallier, ovvero i nuovi Ocean Patrollers che sostituiranno negli anni a venire gli A69 aviso. Per questo, i gruppi Thales e Nexter hanno unito le forze per sviluppare il sistema RapidFire, una torretta navale armata con il cannone franco-britannico 40 CTA da 40 mm con munizioni telescopiche che equipaggia già i veicoli corazzati EBRC Jaguar, e svolge quindi il ruolo di CIWS per Navi della marina. Mentre la versione finale del RapidFire è stata presentata alla fiera Euronaval 2022, è chiaro che il nuovo CIWS francese offre davvero prestazioni molto promettenti, sia per proteggere le unità di seconda linea sia per rafforzare la sopravvivenza delle grandi unità di superficie in prima linea.
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