Venerdì 6 dicembre 2024

6 affermazioni ricorrenti ma errate sul programma aereo di nuova generazione SCAF

Annunciato nel 2017, poco dopo l'arrivo di Emmanuel Macron all'Eliseo per il suo primo mandato, il programma SCAF, per Future Air Combat System, rappresenta uno dei due pilastri principali, insieme al programma MGCS, dell'ambizione di Franco - sviluppato oggi dai tedeschi per rafforzare Autonomia strategica europea in materia di difesa attorno alla cooperazione industriale strategica tra i due paesi. Da allora, il programma ha integrato la Spagna al suo interno, ma è stato soprattutto caratterizzato da tensioni crescenti e sempre più divisive tra Parigi e Berlino, più in particolare tra gli industriali dei due paesi, in particolare attorno al primo e principale dei 7 pilastri del programma, il Next Generation Fighter, o NGF, che è stato oggetto di un teso braccio di ferro tra Dassault Aviation e Airbus DS per quasi un anno. Alla fine, sembra che le autorità francesi e tedesche siano riuscite, attraverso pressioni politiche, a costringere i due maggiori industriali ad accordarsi sulla condivisione industriale e sulla leadership del programma, almeno per quanto riguarda la tranche 1B, mirata a sviluppare un dimostratore tecnologico per 2027.

Resta il fatto che, come accennato in precedenza, il programma SCAF è tutt’altro che unanime, sia nell’opinione pubblica che negli ambienti specialistici, su entrambe le sponde del Reno. Per rafforzare il sostegno al programma, le autorità politiche francesi, sia esso il Ministero delle Forze Armate, i parlamentari e lo stesso Presidente Macron, hanno adornato questo programma con numerose virtù, rendendolo non solo desiderabile e vantaggioso per gli obiettivi strategici francesi, ma anche, in un certo modo, essenziale sotto molti aspetti. In questo articolo studieremo i 6 argomenti ricorrenti più frequentemente avanzati per giustificare questo programma, per determinarne la materialità e quindi la rilevanza.

“La Francia non ha più i mezzi finanziari per sviluppare da sola un programma delle dimensioni dello SCAF”

Il primo e principale argomento avanzato ripetutamente sia dal presidente francese, sia dal Ministero delle Forze Armate (F. Parly) che da molti parlamentari appartenenti alla maggioranza presidenziale, è destinato a essere inarrestabile. Secondo lui, con il programma SCAF che dovrebbe costare tra 80 e 100 miliardi di euro, nessun paese europeo, in particolare la Francia, ha ora i mezzi per finanziare lo sviluppo e la produzione di un tale dispositivo e dei suoi sistemi. È anche, senza il minimo dubbio, il più discutibile degli argomenti avanzati. Anzi, per prendere l'esempio del programma Rafale, ciò costerà, una volta consegnati i 225 aerei previsti, circa 65 miliardi di euro, tenendo conto degli studi iniziali, della produzione degli aerei, della ricerca dei diversi standard e dell'ammodernamento degli aerei. Allo stesso tempo, sono stati ordinati per l'esportazione 284 aerei, per un importo di circa 40 miliardi di euro. Tuttavia, senza nemmeno prendere in considerazione il risparmio sociale realizzato dallo Stato grazie a questa manna industriale, questi 105 miliardi di euro investiti e da investire nell’industria francese rappresentano, da soli, più di 50 miliardi di euro di entrate fiscali e sociali. lo stato.

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il programma Rafale costerà ai contribuenti francesi circa 500 milioni di euro all’anno, uno sforzo ampiamente accettabile per le finanze pubbliche della settima economia mondiale

La carica rimanente, per il programma Rafale, che ricordiamo essere stato spesso considerato insopportabile dal punto di vista del bilancio anche da molti dirigenti politici francesi, non molto tempo fa, ammonta quindi a 15 miliardi di euro, sulla base di 30 anni di attività industriale al ritmo di 3 miliardi di euro all'anno, ovvero solo 500 euro milioni all'anno. Si può dire, da questo punto di vista, che tale cifra sarebbe “insopportabile” per le finanze pubbliche francesi, un Paese con un Pil di 2.500 miliardi di dollari, e per gli eserciti che presto disporranno di più di 50 miliardi di euro annuali? Il recepimento dello SCAF è diretto anche tenendo conto di un costo più elevato, dato che il PIL francese è aumentato notevolmente a partire dagli anni ’90 e 2000, soprattutto dopo il successo di Rafale degli ultimi anni lascia presagire un’ottima dinamica dell’export nei decenni a venire, a patto che il dispositivo e il suo sistema si rivelino, come nel caso Rafale oggi, e Mirages prima di esso, efficiente ed economicamente rilevante, e non un programma americanizzato con molti costi nascosti. Non possiamo quindi dire che la Francia non possa finanziare da sola il programma SCAF, al massimo possiamo dire che non vuole farlo.

“Nessun Paese europeo dispone più delle tecnologie necessarie per la progettazione di FCAS”


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