Le sanzioni alla Turchia sono state ritirate dalla nuova legge sul bilancio della difesa degli Stati Uniti del 2023
Dal 2020, in seguito alla consegna dei sistemi S-400 alla Russia, il Congresso degli Stati Uniti si è sistematicamente integrato nelle leggi che regolano la spesa annuale per la difesa degli Stati Uniti, il divieto all'esecutivo di revocare le sanzioni tecnologiche imposte ad Ankara. Si trattava poi di limitare la capacità di eludere il veto posto dal Congresso dall'amministrazione Trump, piuttosto restia in questo campo, e piuttosto incline a una maggiore flessibilità nei confronti della Turchia e del suo presidente RT Erdogan. La stessa disposizione è stata inclusa nel National Defense Authorization Act 2022, mentre anche la nuova amministrazione di Joe Biden ha voluto la revoca parziale delle sanzioni contro Ankara, in particolare per quanto riguarda l'acquisizione di 40 nuovi F-16 V e 80 kit per convertire a questo standard parte del Blocco 16 F-52 dell'Aeronautica militare turca, con grande dispiacere di RT Erdogan che ha minacciato più volte di voltare pagina ad altri partner, la Russia viene regolarmente citata su questo argomento.
L'offensiva russa contro l'Ucraina del febbraio 2022, tuttavia, ha notevolmente modificato la situazione in quest'area. Non che Ankara, peraltro, abbia mutato il suo atteggiamento molto ambiguo nei confronti di Mosca, sostenendo militarmente l'Ucraina da un lato consegnando droni e mezzi blindati, ma servendo anche come mezzo per aggirare le sanzioni Mercati occidentali per Mosca, sia per il esportazione di idrocarburi o per la fornitura di alcune tecnologie critiche, in particolare in termini di semiconduttori. Né che il presidente Erdogan abbia ammorbidito le sue ambizioni, nel Caucaso, in Siria e in Iraq contro i curdi, o addirittura nel Mar Egeo, contro Grecia e Cipro. Ma ovviamente, alcuni argomenti portati in Campidoglio, da allora come accoglie oggi la stampa turca, le clausole relative alle sanzioni tecnologiche americane sono scomparse dal nuovo NDAA che è oggetto di un accordo bipartisan, e che deve essere rapidamente votato dal Congresso americano.
Sebbene la scomparsa di queste restrizioni consentirà all'esecutivo americano di avviare negoziati con Ankara per rispondere alle richieste degli eserciti e degli industriali turchi, in particolare per quanto riguarda la modernizzazione della flotta da combattimento, ciò non costituisce in alcun modo una rigorosa revoca di sanzioni. In effeti, le autorizzazioni per l'esportazione di armi e tecnologie per la difesa americane restano stretta prerogativa del Congresso, e nulla dice che quello qui convaliderà le richieste di Ankara, soprattutto a breve termine. Si tratta, invece, di una maggiore flessibilità offerta ai negoziatori americani, per avviare discussioni con le loro controparti su questo tema, in particolare per ottenere da Ankara alcune rigide concessioni, ad esempio per quanto riguarda l'adesione di Svezia e Finlandia alla NATO , o riguardante l'implementazione della batteria S-400 acquisita da Ankara e consegnata nel 2020 dalla Russia.
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