Non sorprende che Berlino si rimetta a Washington sull’argomento Leopard 2 all'Ucraina

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Annunciando, all'inizio della settimana, inviando una compagnia di carri armati Leopard 2 all'Ucraina nel quadro di una "alleanza internazionale dei contributori", il presidente polacco Andrzej Duda sapeva benissimo che avrebbe causato grande imbarazzo alla Germania, che non aveva in alcun modo dato il suo accordo su questo argomento, mentre questa autorizzazione è necessaria come parte di accordi di esportazione di attrezzature militari. Per il presidente polacco si è trattato, ancora una volta, dopo l'episodio del MiG-29, per lusingare la propria immagine nell’Europa dell’Est e in Ucraina, a scapito del vicino tedesco, altrimenti un bersaglio relativamente facile perché già oggetto di molte critiche fin dall'inizio del conflitto. Questi ultimi infatti sapevano benissimo che Berlino non avrebbe potuto dare facilmente il suo accordo, soprattutto perché l’opinione pubblica tedesca è in gran parte ostile all’invio di carri armati pesanti tedeschi in Ucraina, e che un simile passo avrebbe rappresentato una nuova rottura con la tradizionale posizione tedesca in caso di conflitto.

Ciò che era prevedibile non tardò ad accadere. Sui social network, infatti, la Polonia e il presidente Duda sono stati celebrati come esempi di virtù e coraggio, mentre da tutte le parti si sono sentite considerazioni omicide nei confronti della Germania, che ha tardato a dare il suo accordo. Ricordiamo però che il Leopard 2 unità polacche furono acquistate da Berlino in seguito allo spostamento verso ovest dell'Europa orientale, a prezzi eccezionalmente bassi, per sostituire le più vecchie attrezzature sovietiche e rafforzare le capacità difensive del paese. E quando Varsavia annunciò l'invio di T-72 e poi di PT-91 in Ucraina, Berlino propose di sostituirli, come per altri paesi, con un trasferimento di carri armati Leopard 2, che Varsavia rifiutò perché i veicoli blindati offerti dalla Germania erano dello standard A4 e non dell'ultimo standard A7+, che era notevolmente più costoso.

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Olaf Scholz ha condizionato l'autorizzazione alla consegna di Leopard 2 all'Ucraina, alla consegna di carri armati americani Abrams agli eserciti di Kiev

In ogni caso, per uscire dalla trappola tesa dal presidente Duda, Olaf Scholz ha annunciato che avrebbe accettato il trasferimento dei carri armati Leopard 2 all'Ucraina, compresi quelli detenuti dai suoi clienti come Finlandia, Polonia e altri, solo dopo che gli Stati Uniti avrebbero annunciato la spedizione di carri armati pesanti Abrams nel paese. In effetti, se Duda si sente in una posizione di forza, probabilmente a torto, nei confronti dei paesi europei, non ha mai osato sfidare gli Stati Uniti annunciando la riesportazione di attrezzature americane a Kiev, poiché non lo ha fatto. come tutti i paesi dell’Est si affrettano a criticare la Germania, a proposito dei missili anticarro israeliani SPIKE, ampiamente in servizio in questi eserciti e che senza dubbio avrebbero apportato un notevole valore aggiunto ai difensori ucraini. Gerusalemme, infatti, si oppone all’invio di materiale di questo tipo in Ucraina, per non provocare un irrigidimento delle posizioni russe in Siria o nel Caucaso.

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