Di fronte al potenziale arrivo di Su-35 e S-400 in Iran, Israele formalizza un ordine per 25 F-15EX da Boeing
Le tensioni tra Gerusalemme e Teheran sono, oggi, al centro dell'instabilità strutturale del teatro mediorientale. Questi sono in particolare il risultato dei ricorrenti scontri tra le forze armate israeliane e gli sciiti Hezbollah in Libano, così come quelli con le milizie iraniane in Siria. Negli ultimi anni, tuttavia, queste tensioni hanno conosciuto un inasprimento molto evidente, attorno ai programmi di missili balistici, missili da crociera e droni a lungo raggio sviluppati dall'industria della difesa iraniana, conferendo ai suoi eserciti efficaci capacità di attacco contro il territorio israeliano e in particolare le sue aree critiche infrastrutture. Soprattutto, i progressi compiuti dal programma nucleare iraniano sono ora al centro delle preoccupazioni immediate di Gerusalemme, che stima che a Teheran mancheranno solo pochi mesi per avere abbastanza materiale fissile raffinato per costruire la sua prima bomba nucleare.
Infatti, ormai da più di due anni, le forze aeree si addestrano per effettuare raid a lungo raggio, in modo da poter, se necessario, colpire le infrastrutture nucleari ei siti missilistici in Iran. Per questo l'Aeronautica militare israeliana ha acquisito due squadroni di caccia stealth F-35i, un ordine di 50 velivoli, una versione derivata dal caccia F-35A di Lockheed-Martin dotata di sistemi israeliani, oltre ai 25 F-15i, 50 F-15A/B/C/D e 6 squadroni di F-16 C/i. Di fronte all'aumento della minaccia iraniana, Gerusalemme ha annunciato, nel 2020, la sua intenzione di comandare un nuovo squadrone di F-35i, ma anche uno squadrone di nuovi F-15, il primo incaricato di eliminare le difese antiaeree, il secondo di distruggere le infrastrutture e coprire l'illuminazione contro la caccia avversaria, se necessario. A causa dell'instabilità politica del Paese, è stato effettivamente formalizzato solo l'ordine di 25 F-35i. Il sempre più flagrante riavvicinamento tra Teheran e Mosca, attorno al conflitto in Ucraina, e le sue conseguenze sull'acquisizione di armi russe da parte dell'Iran, sembrano aver convinto Gerusalemme, che avrebbe ufficializzato, nei giorni scorsi, l'ordine per 25 F-15EX da Boeing, così come la conversione del suo F-15i a questo standard (a parte i controlli di volo elettrici).
Anzi, oltre l'imminente arrivo di 24-30 Su-35 in Iran, recenti dichiarazioni dell'ambasciatore russo in Iran, sembra indicare che Teheran potrebbe ricevere anche altri sistemi d'arma da Mosca, in particolare i sistemi antiaerei S-400. L'aviazione israeliana conosce bene questo sistema, in servizio in Siria per proteggere le infrastrutture russe, e sa valutarne le prestazioni. Se tali sistemi dovessero essere schierati in Iran, accanto a caccia Su-35 ben più efficienti dei caccia in servizio con l'aeronautica iraniana, i vincoli applicati a una possibile flotta da bombardamento, e soprattutto a velivoli di supporto come i tanker e i velivoli avanzati gli aerei di allarme aereo che dovrebbero accompagnarli sarebbero in realtà molto più importanti. È in questo contesto che avrebbe senso la coppia F-35i e F-15EX.
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I commenti sono chiusi.
[…] L'annuncio dell'invio dei nuovi CAESAR consentirà probabilmente a Parigi di venir fuori dalla polemica che si sta gonfiando sulla consegna dei carri armati Leclerc, o addirittura dei Mirage 2000, a Kiev. Come abbiamo discusso qualche mese fa, l'invio di carri armati Leclerc francesi in Ucraina sarebbe una decisione molto dannosa, in quanto l'esercito dispone solo di un piccolo numero di questi carri armati, che sono altrimenti complessi da implementare e mantenere, mentre nessuna capacità industriale che potrebbe consentire la sostituzione di questi veicoli blindati esistenti nel paese. Allo stesso tempo, l'invio di aerei da combattimento occidentali, Mirage 2000 come F-16, è per il momento considerato fuori questione da Washington, probabilmente per questioni di rischio di escalation da parte di Mosca, che sia in Ucraina aumentando attacchi contro obiettivi civili, o al di fuori di questo teatro, sia con azioni clandestine che con la strumentazione delle tensioni come in Iran. […]