Due giorni fa, dopo che il presidente russo, Vladimir Putin, ha annunciato la sospensione del Trattato New Start, abbiamo scritto che questa decisione ha aperto la strada a una futura ascesa al potere dell'arsenale nucleare operativo russo, quest'ultimo essendo oggi l'unico asset rimasto nelle mani del capo del Cremlino, per giustificare lo status di superpotenza della Russia sulla scena internazionale, mentre le sue forze convenzionali sono state gravemente ridotte da un anno di guerra in Ucraina. Ci sono voluti solo due giorni e, nonostante i commenti scettici di alcuni giornalisti su questo argomento, al leader russo di dare concretezza a questa ipotesi. Infatti, parlando nell'ambito della giornata degli eroi difensori della madrepatria, festa tradizionale in Russia che dal 1922 celebra i militari e poi, nel tempo, le forze dell'ordine, la sicurezza e i vigili del fuoco, il presidente russo ha annunciato l'imminente rafforzamento del nucleare russo triade.
Per raggiungere questo obiettivo, Vladimir Putin ha presentato diverse misure future, come l'imminente entrata in servizio di nuovi missili balistici intercontinentali, in questo caso gli RS-28 Sarmat, ma anche la costruzione di nuovi sottomarini missili balistici nucleari, probabilmente del Borei-A classe, e il rafforzamento delle forze aeree strategiche, con il Tu-160M e forse l'ipotetico arrivo del bombardiere stealth PAK-DA. Infine, lo sviluppo e il dispiegamento di nuovi missili ipersonici, sia aerei come il Kinzhal, sia con varo navale o sottomarino, come il 3M22 Tzirkon, sarà intensificato. Il presidente ha invece precisato che saranno mantenute le procedure di reciproca informazione con l'occidente, relative ai test dei vettori.

Ricordiamo che nel 2018, la legge di programmazione militare russa GPV 2018-2027, aveva già registrato il passaggio da una flotta iniziale di 10 SSBN ad una flotta di 12 navi, cioè tante quante gli Stati Uniti intendono costruire nuovi SSBN della classe Columbia . Con questo annuncio, il presidente russo suggerisce che il formato della flotta strategica russa andrà oltre questo numero, il che non mancherà di generare una reazione da parte di Washington, che potrebbe, a causa della sospensione del trattato New Start, decidere per compensare non solo la flotta russa in formazione, ma anche la crescente forza nucleare cinese e che implementa, tra l'altro, una flotta oggi forte di 6 navi, per tornare ad una flotta strategica tra le 18 e le 24 navi, come doveva essere inizialmente la classe Ohio.
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