Negli ultimi mesi, in relazione alla guerra in Ucraina e all'aumento generalizzato del rischio di un impegno importante in Europa e altrove, la questione delle capacità degli eserciti di affrontare un conflitto cosiddetto "ad alta intensità" è diventata un tema ricorrente tema sia nell'emiciclo del parlamento che nella comunicazione di governo, sui media e sui social network. Molto spesso, Polonia, che ha annunciato uno sforzo colossale per modernizzare ed espandere le sue capacità territoriali in questo campo negli anni a venire, viene citato come punto di riferimento, facendo di Varsavia l'esempio da seguire. La Legge di Programmazione Militare 2024-2030 in corso di definizione sembra non aver seguito questa strada, conservando una configurazione della Forza Operativa Terrestre, il braccio armato dell'Esercito, sostanzialmente identica a quella che è oggi, e procedendo solo con un aumento settoriale di alcune capacità, come nel campo dell'intelligence, della difesa antiaerea o anche di attacchi profondi e droni. Tuttavia, nel 2030, secondo questo schema, l'esercito manterrà una forza operativa limitata in termini di alta intensità, con solo 200 carri armati pesanti Leclerc modernizzati, 650 veicoli da combattimento di fanteria su ruote VBCI relativamente leggeri e con armi leggere, meno di 120 tubi da 155 mm e una manciata di lanciarazzi unitari, potenzialmente sostituiti dagli HIMARS americani.
Nel 2030, infatti, l'Esercito sarà davvero più efficiente, in particolare con la prosecuzione del programma SCORPION e la consegna dei VBMR Griffon e Serval in sostituzione dei VAB, e degli EBRC Jaguar in sostituzione degli AMX-10RC e degli ERC - 90 Sagaie, e avrà notevolmente aumentato le riserve in termini di munizioni, ma anche di personale con l'ascesa al potere della Guardia Nazionale. Tuttavia, in termini di alta intensità, sarà molto lontano dalle 6 divisioni pesanti polacche che schierano 1250 moderni carri armati M1A2 Abrams SEPv3 e K2PL Black Panther, 1400 veicoli da combattimento della fanteria Borsuk, 700 cannoni semoventi K9 Thunder e 500 lanciarazzi mobili K239 e HIMARS. Se in molti ambiti, come le forze aeree e navali e ovviamente in termini di deterrenza, Varsavia dovrà contare sugli alleati, disporrà indubbiamente della più grande forza terrestre convenzionale d'Europa, significativamente maggiore della somma delle forze francesi, tedesche , britanniche, italiane e spagnole messe insieme, ovvero le 5 economie più forti del vecchio continente.

Mentre possiamo solo congratularci con noi stessi per aver visto un alleato equipaggiarsi così efficacemente in quest'area, è chiaro che in molte aree le posizioni e gli atteggiamenti polacchi sono ben lungi dall'essere allineati con quelli degli europei dell'Occidente. Inoltre, Varsavia intende ovviamente assumere una posizione politica centrale nell'Europa orientale proprio per contrastare l'influenza delle potenze dell'Europa occidentale all'interno dell'UE, facendo leva sull'aura che fornirà a questo strumento militare di fronte alla minaccia russa. Per bilanciare l'equilibrio politico del potere, sia di fronte alla Russia o ad altre minacce militari (Turchia, ecc.), sia all'interno dell'Unione Europea e della NATO, sarebbe naturalmente gradito che la Francia dotasse il suo esercito di potenza comparabile, come molti ex alti ufficiali e generali continuano a ripetere sui social media e sui media. Tuttavia, al di là della necessità in sé, occorre valutare i costi e i vincoli che una tale trasformazione genererebbe, così da determinarne la sostenibilità di bilancio ma anche sociale. E come vedremo, lo sforzo di bilancio di una tale ambizione sarebbe tutt'altro che irraggiungibile, dal momento che oggi sarebbe inferiore allo 0,25% del PIL francese.
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