Dall'inizio dell'aggressione russa contro l'Ucraina, molte analisi, anche in questo sito, si sono concentrate sulle diverse lezioni che questi combattimenti ad altissima intensità hanno portato alla luce, come il ruolo ormai indiscutibile del carro armato ma anche dell'artiglieria, della costa o difese antiaeree, e ovviamente droni, per parlare solo della questione tecnologica. E infatti molti eserciti hanno evoluto la loro pianificazione militare negli ultimi mesi proprio per rispondere a queste lezioni. È così che la Polonia ha intrapreso uno sforzo senza precedenti per ricostituire una forza terrestre molto potente allineando 6 divisioni, 1250 carri armati pesanti, almeno 1400 veicoli da combattimento di fanteria, 700 cannoni semoventi e altri 500 lanciarazzi a lungo raggio. Tuttavia, un certo numero di tecnologie attualmente in fase di sviluppo o diffusione non sono, o molto poco, utilizzate da Ucraina o Russia in questa guerra, anche se hanno il potenziale per trasformare profondamente la condotta delle operazioni militari a partire dal 2030. In questo articolo, studierà 7 di queste tecnologie critiche emergenti e il loro potenziale impatto sulla guerra oltre il 2030: l'arrivo massiccio di droni, sistemi di difesa attiva, armi ipersoniche, sistemi invisibili e passivi, armi a energia diretta, sistemi C2 multi-dominio e intelligenza artificiale.
1- Droni e robotizzazione, una risposta parziale alle masse
I droni e, in una certa misura, le tecnologie robotiche sono già impiegate sia dalla Russia che dall'Ucraina in questo conflitto. È anche il primo conflitto (e non la prima volta) in cui i droni vengono utilizzati come armi strategiche per distruggere installazioni e obiettivi civili. Tuttavia, la maggior parte dell'equipaggiamento vi viene utilizzato individualmente, a vantaggio di un unico teatro tattico, spesso per effettuare ricognizioni, guidare un colpo di artiglieria o colpire l'avversario, lontano dalle dottrine di impiego dei droni in corso di diffusione nel grande eserciti del mondo, in particolare negli Stati Uniti e in Cina. Negli anni a venire, infatti, l'uso dei droni tenderà a generalizzarsi a tutti i livelli operativi, offrendo un'ampia gamma di servizi che vanno dalla ricognizione alla logistica, compresi gli scioperi di saturazione o l'eliminazione mirata. Pertanto, se i droni sono ben utilizzati in Ucraina, la scala a cui si trovano, ma anche le prestazioni delle macchine e le loro capacità operative, sono ancora molto lontane dalle apparecchiature in fase di sviluppo, come il vettore remoto e i Loyal Wingmen nell'aeronautica, navi e sottomarini autonomi nel dominio navale, o persino robot autonomi e sciami di droni nel dominio terrestre. Oltre alla specializzazione dei droni, questi offriranno anche capacità significative per la cooperazione e l'integrazione con i sistemi di battaglia alleati, ben oltre il loro uso attuale.

Anche la robotizzazione è entrata nel campo di battaglia, non solo attraverso i vari sistemi completamente autonomi, ma anche all'interno dei sistemi pilotati, in modo da sostituire, quando possibile, l'azione umana. Ancora una volta, questa non è una novità. Così, i sistemi di caricamento automatico dei carri russi T-72, T-80 e T-90, ma anche del Leclerc o del sudcoreano K2, hanno permesso di ridurre l'equipaggio del carro armato a soli 3 membri, contro 4 a bordo degli Abrams o dei Leopard 2 che ne sono sprovvisti, sostituendo appunto la stazione di caricamento. La robotizzazione consentirà quindi non solo di ridurre gli equipaggi dei veicoli corazzati o di supporto, ma anche quelli delle navi da combattimento e di molti altri sistemi. Che si tratti di droni o di applicazioni robotiche, si tratta di sostituire sistematicamente con la tecnologia una missione che fino ad allora era di competenza dei militari, e quindi fornire una risposta parziale al problema di massa, e in particolare in termini di risorse umane , anche riducendo gli effetti del logoramento su quello che si preannuncia come l'elemento più prezioso per gli eserciti negli anni a venire, il soldato stesso, sempre più difficile da reclutare, addestrare e trattenere.
Nel 2030, infatti, i droni costituiranno il cuore di molte missioni critiche, come la superiorità aerea, la ricognizione, gli attacchi in profondità, la soppressione delle difese o anche il supporto al fuoco, e questo nei 4 elementi (Terra, aria, mare e spazio ). I sistemi robotici, invece, fungeranno da moltiplicatore di forza, consentendo di allineare più apparecchiature sulla stessa base della forza umana. La padronanza delle tecnologie robotiche e dei droni condizionerà quindi non solo l'efficacia delle forze, ma anche la massa delle forze disponibili, compensando in parte la debolezza del reclutamento negli eserciti.
2- Sistemi di protezione attiva Soft e Hard-Kill per il ritorno del predominio offensivo
Dalla fine del Primo Mondo, e dall'arrivo simultaneo di veicoli corazzati e aviazione tattica, le guerre ad alta intensità hanno spesso dato un chiaro vantaggio all'offensiva e alla manovra rispetto a posizioni puramente difensive. A parte alcuni conflitti, in particolare la guerra Iran-Iraq dal 1980 al 1988, questa superiorità offensiva è stata molto raramente negata durante tutto il XX secolo per impegni ad alta intensità, anche se la guerra ibrida e insurrezionale ha posto certamente problemi molto importanti con gli eserciti americani in Vietnam e sovietici in Afghanistan. L'inizio del 2022° secolo sembrava essere parte della stessa dinamica, come durante la seconda guerra del Golfo, o in Nagorno-Karabakh. Da quel momento in poi, è stata una grande sorpresa per molti stati maggiori e strateghi, quando l'invasione russa dell'Ucraina si è trasformata in una guerra di posizione dalla primavera del XNUMX, segnando un chiaro ritorno al predominio difensivo in questo tipo di conflitto.

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