La destra americana al Congresso vuole favorire il teatro del Pacifico contro la Cina a sostegno dell'Ucraina
Per la stragrande maggioranza degli europei, ma anche dei loro leader, il sostegno degli Stati Uniti e dei suoi eserciti di fronte alla minaccia che la Russia può rappresentare è sicuro e indiscutibile. L’entusiasmo dei finlandesi e degli svedesi di aderire alla NATO dopo l’offensiva russa in Ucraina ne è un perfetto esempio, così come il successo degli armamenti statunitensi in Europa, ampiamente giustificato dal desiderio di una grande interoperabilità con gli eserciti statunitensi. Ed è chiaro che il sostegno americano all’Ucraina dall’inizio del conflitto, sia in termini di aiuti in armi e attrezzature civili, ma anche in termini di intelligence e addestramento, è esemplare sotto molti aspetti, spesso superiore al livello di aiuto concesso da tutti i paesi. paesi del vecchio continente. Detto questo, tutte le figure politiche d’oltre Atlantico, compresi alcuni ben posizionati per finire dietro lo Studio Ovale, vedono la situazione sotto una luce completamente diversa.
Così, durante le udienze sul bilancio del Pentagono per il 2024, il senatore del Missouri Josh Hawley, repubblicano e fervente sostenitore di Donald Trump, ha interrogato fermamente l'ammiraglio John Aquilino, comandante del Pacific Theatre, bilanciando il sostegno fornito dagli Stati Uniti all’Ucraina, in particolare in termini di munizioni, e le difficoltà incontrate nel contenere l’ascesa delle forze cinesi nel Pacifico e nell'Oceano Indiano. Ricordiamo che Giovanni Aquilino si era, tra l'altro, pubblicamente opposto all'adesione della Finlandia e della Svezia alla NATO. Queste posizioni difese da Hawley, che fanno della Cina l’unico avversario strategico degli Stati Uniti, sono spesso riprese da altre figure di spicco del partito repubblicano, come Elbridge “Bridge” Colby, che partecipa al potente think tank Marathon Initiative. Ma sono soprattutto al centro del discorso del governatore della Florida, l’esuberante Ron deSantis, destinato a essere il principale oppositore di Donald Trump alle future primarie repubblicane per le presidenziali del novembre 2024.
In numerose occasioni, infatti, il governatore della Florida si è allontanato moltissimo dalla politica seguita dal presidente Biden in termini di sostegno all’Ucraina, giudicando dal canto suo che si trattasse di una semplice disputa territoriale europea. Se, di fronte alla risposta emotiva dell'opinione pubblica americana in seguito in particolare alla scoperta degli abusi russi contro le popolazioni civili a Boutcha, Ron deSantis aveva un po' moderato le sue dichiarazioni, col passare del tempo, e la guerra era sempre più evidente che sarebbe durata , ha inasprito nuovamente il suo discorso dopo pochi mesi, sempre per favorire i mezzi stanziati agli eserciti americani per contenere la minaccia cinese, l'unica a rappresentare, secondo lui, una vera questione strategica, dove la Russia e più in generale l'Europa non sarebbe. Il fatto è che, secondo i sondaggi d’oltreoceano, non solo è ovvio che le primarie repubblicane saranno tra DeSantis e Trump se a quest’ultimo sarà permesso di competere, ma chiunque sia il candidato repubblicano, avrà serie possibilità di vincere. vincono contro Joe Biden o, se del caso, Kamala Harris, i candidati repubblicani vincono in tutti i casi le elezioni secondo l'ultima aggregazione di sondaggi pubblicata da RealPolitikClear dal 24 febbraio al 3 aprile
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