La Polonia vuole far pagare agli europei il loro eccezionale sforzo difensivo...

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Da diversi anni, e ancora di più dall’inizio dell’offensiva russa in Ucraina, le autorità polacche hanno aumentato l’acquisto di importanti attrezzature per i loro eserciti. Se ci fossero 3 fregate inglesi Arrowhead, sarebbero un migliaio Carri armati K2 neri Panther sudcoreani, o anche F-35A americani, Himar e Patriots. Allo stesso tempo, Varsavia ha annunciato la sua intenzione estendere il formato dei suoi eserciti per raggiungere 6 divisioni operative, il che è coerente con il volume di equipaggiamenti ordinati, ma anche di aumentare il suo sforzo di difesa fino a un livello senza eguali in Europa pari al 4% del suo prodotto interno lordo. Per molti europei, lo sforzo polacco è ammirevole e talvolta anche invidiatoe contribuisce persino a influenzare la direzione della programmazione militare nell’Europa occidentale. Dopotutto, se la Polonia schierasse 1250 carri armati e più di 1100 moderni sistemi di artiglieria mobile, è probabilmente preferibile che britannici, francesi o italiani sviluppino altre capacità, ad esempio nel campo della guerra navale o aerea.

Tuttavia, l’iniziativa annunciata dal PiS, il partito Diritto e Giustizia del presidente Andrzej Duda e soprattutto del suo fondatore, l’oscuro Jarosław Kaczyński, non è priva di preoccupazioni e obiezioni, soprattutto da parte dell’opposizione polacca, che da mesi sostiene che tale sforzo è incompatibile con le finanze pubbliche del paese e porterà a un rapido aumento del debito sovrano, oppure dovrà essere compensato da aumenti significativi del debito. Non c’era dubbio, per un osservatore un po’ obiettivo, che questi ripetuti annunci riguardanti l’acquisizione di moderne attrezzature militari si basassero tanto sulla minaccia che la Russia rappresenta ancora una volta per l’Europa dell’Est, quanto su un calcolo puramente elettorale, lusingando la fibra nazionalista del paese. un gran numero di elettori polacchi. Ma sembra che le preoccupazioni degli oppositori del PiS si siano rivelate perfettamente fondate.

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In effetti, in un articolo del Financial Times pubblicato ieri, il segretario di Stato Marcin Prydacz, ha illustrato le vie scelte dalle autorità polacche per finanziare questo colossale investimento che oggi supera i 50 miliardi di euro. Da un lato si tratterebbe di rivolgersi ai mercati, cioè, in modo più banale, di indebitarsi. È vero che con un debito sovrano appena superiore al 50% del PIL e una crescita sostenuta, la Polonia ha un certo margine di manovra in questo ambito, e probabilmente non sarebbe opportuno che i paesi dell’Europa occidentale criticassero questa decisione, loro che hanno spesso un debito superiore al proprio PIL. Ma questa sarebbe solo una parte della strategia perseguita dal presidente Duda. Intende infatti coinvolgere anche gli stessi europei.

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