Il Partito Comunista Cinese riprende il controllo di Spazio, Intelligenza Artificiale e Quantistica per affrontare la sfida americana
Come già abbastanza ripetuto dalle autorità del Paese, la Cina è fermamente intenzionata a diventare, entro il 2049 e centenario della creazione della Repubblica Popolare Cinese, la prima potenza mondiale dal punto di vista economico, tecnologico e militare. Questo obiettivo chiave per il Partito Comunista Cinese dimostrerà al mondo che l'annunciata vittoria del sistema democratico e liberale occidentale contro l'Unione Sovietica alla fine degli anni '80 ha avuto una dimensione di breve periodo e non strutturale, come spesso è stato interpretato da allora.
Comunque sia, per riuscirci Pechino sta pilotando il suo sviluppo industriale ed economico con il pugno di ferro, da un lato, e costruendo, ormai da vent'anni, una potenza militare sempre più formidabile che è diventata, in pochi anni, , l'ossessione per le strategie del Pentagono e dell'intera sfera occidentale.
E se i progressi scientifici e tecnologici cinesi degli ultimi anni non avevano già nulla da invidiare a quelli del loro principale rivale americano, sembra che ora il PCC abbia intenzione di farsi carico delle 3 aree critiche di questa competizione, attraverso un Ministero della Scienza e della Tecnologia completamente riorganizzato e ora sotto il controllo della potentissima Commissione Centrale della Scienza e della Tecnologia, sotto il controllo diretto del PCC.
Se il Ministero supervisiona e supervisiona la ricerca cinese in moltissimi campi, il PCC, nel frattempo, ha definito tre aree strategiche che saranno fondamentali nella competizione sino-cinese, siano essi economici, politici o militari, per garantire una gestione rigorosa al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati. Il primo di questi ambiti è lo spazio, già fortemente sostenuto e politicamente inquadrato da molti anni.
Per questo la Cina è oggi l'unico Paese ad avere una propria stazione spaziale, la Tiangong, che costituisce per gli scienziati cinesi una piattaforma privilegiata per la sperimentazione tecnologica in vista del dispiegamento di installazioni permanenti sulla Luna.
Così, negli ultimi anni, la stazione è stata dotata di un rigeneratore di ossigeno per riciclare il 100% dell'ossigeno della stazione, mentre il sistema di cattura e rigenerazione dell'acqua consente di riciclarne il 95%, riducendo notevolmente i vincoli logistici per mantenere la stazione e il suo equipaggio in orbita.
L'obiettivo qui è consentire la creazione di infrastrutture permanenti sulla Luna, in grado di produrre in modo autonomo almeno questi due elementi essenziali per la vita. La Cina ha anche 250 satelliti di osservazione misti civili e militari, in grado di fornire una copertura sostenuta di un'area, mentre la galassia Beidou offre alla Cina il proprio sistema di geolocalizzazione.
Oltre agli aspetti militari e di conquista spaziale, il programma spaziale cinese prevede anche un'importante componente di difesa planetaria, per intercettare, distruggere o deviare asteroidi pericolosi per il pianeta. Questa minaccia è ovviamente presa molto sul serio da Pechino, che ha sperimentato un impattatore cinetico in grado di distruggere un asteroide nel 2025.
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