L'esercito vuole estendere i suoi carri armati Leclerc fino al 2045 nonostante i rischi operativi e industriali
Sebbene diversi segnali suggeriscano uno spostamento del programma MGCS oltre il 2040, l’Esercito prevede di estendere i suoi carri armati Leclerc fino al 2045, se necessario, nonostante i numerosi rischi che una tale decisione genererebbe.
Se la questione dell’ammodernamento e dell’ampliamento del segmento pesante delle forze armate terrestri è al centro di numerosi dibattiti pubblici in Europa, in Francia il tema è rimasto sotto silenzio per molti mesi, anche in occasione della presentazione del futuro Piano Militare Legge di programmazione 2024-2030.
Così, al di là del Reno, industriali e soldati si sono accordati spostare di 10 anni (almeno) il programma del programma franco-tedesco Main Ground Combat System per sostituire i carri armati tedeschi Leopard 2 e il francese Leclerc inizialmente per il 2035, nessuna considerazione ufficiale di questo stato di cose era stata fatta, o almeno comunicata.
Ciò è ormai fatto e la soluzione adottata dallo Stato Maggiore francese solleva diverse questioni critiche riguardo al futuro degli eserciti e dell’industria della difesa francese.
Interrogato dal deputato LFI-Nupes dell'Hauts de Seine Aurélien Saintoul durante le udienze della commissione di difesa dell'assemblea nazionale intorno alla nuova legge sulla programmazione militare, il capo di stato maggiore dell'esercito, Il generale Pierre Schill, infatti, ha indicato alla rappresentanza nazionale che intende prolungare la durata di vita dei carri armati Leclerc fino al 2040 o addirittura al 2045 per effettuare il collegamento con il programma MGCS.
Per raggiungere questo obiettivo, CEMAT ha specificato che sarebbe necessario modernizzare i veicoli blindati, attraverso la digitalizzazione della torretta, la modernizzazione del mirino e la sostenibilità del motore.
Non è invece stato fatto alcun riferimento ad alcune nuove capacità mantenute da altri paesi come la Germania con l' Leopard 2A8 o la Gran Bretagna con il Challenger 3, in particolare l'aggiunta di un sistema di protezione attiva hard-kill o di capacità complementari all'armamento principale, come l'aggiunta di missili, droni o una torretta a forte spostamento per ingaggiare la minaccia dei droni.
Va inoltre notato che non è stato proposto alcun calendario per questa nuova modernizzazione del Leclerc, anche se l'attuale modernizzazione, che consiste nell'aggiungere il sistema Scorpion a questo serbatoio che non si è evoluto quasi dagli anni '90, è già iniziata.
In effetti, il generale Schill, come prima di lui il capo di stato maggiore delle forze armate, generale Thierry Burkhard, escludeva ogni possibilità di dotare l'esercito di un carro armato di generazione intermedia che non solo avrebbe consentito di rafforzare le capacità di impegno dell'esercito in termini di combattimento ad alta intensità, ma anche per costituire un'alternativa efficace nel caso in cui il programma MGCS dovesse essere cancellato, come è già avvenuto con i programmi di combattimento franco-tedeschi, l'artiglieria CIFS, il pattugliamento marittimo MAWS e, più recentemente, il Tiger III elicottero da combattimento.
Al di là di questi rischi già chiaramente caratterizzati, la decisione dello Stato Maggiore francese creerà probabilmente minacce significative all’industria della difesa francese e al mantenimento delle sue competenze nel campo dei veicoli corazzati pesanti, avallando, probabilmente in via definitiva, il passaggio della Francia dal status di nazione quadro e protettiva in Europa, a quello di nazione protetta dai suoi alleati che formano un cuscinetto tra il territorio nazionale e il blocco russo.
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[…] il capo di stato maggiore dell'esercito, generale Pierre Schill, a considerare un possibile prolungamento della vita del francese Leclerc per raggiungere questa scadenza del 2045, interrogato da un deputato della commissione difesa dell'Assemblea […]
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