In un precedente articolo abbiamo discusso del nuovo status della Polonia sulla scena europea, sia all’interno della NATO che dell’Unione Europea, attraverso le ambizioni mostrate dal suo ministro della Difesa Mariusz Błaszczak riguardo al prossimo vertice della NATO a Vilnius il prossimo luglio.
Paradossalmente, dopo aver a lungo fatto credere che la politica polacca mirasse soprattutto ad ottenere l’appoggio e la protezione degli Stati Uniti, i recenti sviluppi della strategia perseguita da Varsavia mostrano una reale ambizione di indurre gli europei ad assumersi pienamente la loro difesa, mentre almeno da un punto di vista convenzionale, soprattutto di fronte alla minaccia russa, come ha recentemente sottolineato il ministro polacco Jacek Siewiera, capo dell'Ufficio per la sicurezza nazionale.
Così, durante questa stessa intervista rilasciata al sito defence24.pl, il ministro polacco ha confermato che oltre all'acquisizione di 218 sistemi di artiglieria a lungo raggio K239 Chunmoo dalla Corea del Sud, gli eserciti polacchi intendevano anche acquisire 500 sistemi HIMARS americani oltre a diverse migliaia di missili e razzi, in modo da poter costituire sul fronte orientale europeo uno spalto di potenza di fuoco in grado di neutralizzare in profondità qualsiasi minaccia proveniente dalla Russia.
La Polonia, infatti, intende disporre di oltre la metà dei carri armati pesanti, di un terzo dei veicoli da combattimento di fanteria e di un quarto dei cannoni semoventi da 155 mm schierati in Europa, l'85% della potenza di fuoco a lungo raggio della NATO sui vecchi continente, mentre il Paese rappresenta solo l’8% della popolazione e meno del 5% del PIL dell’Unione Europea.
Soprattutto, nella stessa intervista, Mariusz Błaszczak ha fornito maggiori dettagli sulle ambizioni polacche, in particolare in termini di industria della difesa e capacità produttive locali, nonché sul ruolo che la Polonia dovrebbe svolgere negli anni a venire per rafforzare le capacità di difesa europee nel contesto di fronte alla minaccia russa.
Senza mai dilungarsi sul concetto di autonomia strategica europea, il ministro polacco ha tuttavia descritto obiettivi che si avvicinano molto ad essa, in particolare mirando a fornire agli europei la capacità di difendersi, in modo convenzionale, contro la minaccia russa. questo senza dover fare affidamento sulla protezione degli Stati Uniti, pur avendo le capacità industriali e tecnologiche per sostenere la competizione con Mosca.
In effetti, per molti aspetti, Varsavia sembra perseguire una politica il cui scopo si avvicina a questo obiettivo perseguito dalla Francia ormai da diversi anni e in particolare dall’arrivo del presidente Macron all’Eliseo, e in misura minore dalla Germania. Il 2017 e il 2020, quando i rapporti tra Berlino e il presidente Donald Trump erano nel peggiore dei casi, e che avevano anche l’ambizione di portare l’Europa verso una maggiore autonomia strategica.
Ma se gli obiettivi possono sembrare convergenti, la strategia applicata da Varsavia differisce radicalmente da quella perseguita da Parigi e Berlino per diversi anni, con 4 grandi differenze che potrebbero renderla un successo laddove Francia e Germania hanno finora fallito.
1- Un avversario unificante per l’autonomia strategica europea: la Russia
In primo luogo, Varsavia ha costruito la sua strategia politica per affrontare un avversario, e uno solo, la Russia, che oggi rappresenta una minaccia universalmente riconosciuta in tutta Europa dopo l’attacco all’Ucraina. Questo approccio consente di fatto di costruire un progetto politico e difensivo comune, se non uniforme, comunque condiviso, con tutti i Paesi europei, siano essi appartenenti all’UE, alla NATO, o alle due, con ad eccezione dell'Ungheria che ovviamente tende a seguire una propria traiettoria.
Al contrario, le giustificazioni addotte da Parigi per condurre alla costruzione dell’autonomia strategica europea si fondavano su una certa sfiducia nei confronti degli Stati Uniti, ma anche su una visione molto più ampia della minaccia che poteva colpire il vecchio continente, soprattutto in Africa, Medio Oriente o Mediterraneo orientale.
Tuttavia, per molti europei, queste minacce presentate dalla Francia erano percepite molto debolmente, mentre gli Stati Uniti godevano di un’aura di nazione protettiva molto più forte di quanto non lo sia nell’opinione pubblica francese.
In altre parole, laddove la Polonia designa un avversario universalmente riconosciuto come una minaccia esistenziale, la Francia ha offerto giustificazioni basate sulla concorrenza tra l’Europa e le altre grandi potenze mondiali, compresi gli Stati Uniti, nonché sul contenimento di minacce poco conosciute e poco comprese dalla maggioranza dei paesi. europei, evitando allo stesso tempo di designare la Russia come una grave minaccia percepita dagli europei dell’Est.
2- Un leader con l'esempio
C'è ancora il 75% di questo articolo da leggere, Iscriviti per accedervi!
I Abbonamenti classici fornire l'accesso a
articoli nella loro versione completa;e senza pubblicità,
a partire da € 1,99. Abbonamenti Premium fornire anche l'accesso a archivio (articoli vecchi di più di due anni)
BLACK FRIDAY : – 20% sui nuovi abbonamenti mensili e annuali Premium e Classic, con il codice MetaBF2024, fino al 03/12/24
[...] [...]