Il missile antiaereo franco-italiano Aster ha dimostrato eccellenti capacità contro obiettivi subsonici e supersonici durante una recente esercitazione NATO.
Quando si tratta di confrontare i missili antiaerei tra loro, è comune fare affidamento su alcune caratteristiche ovvie, come portata, soffitto, persino velocità e sistema di guida. C'è però una caratteristica almeno altrettanto significativa di cui spesso si tiene poco o per niente conto, l'efficacia del sistema, cioè il numero di missili necessari per raggiungere un tasso di intercettazione probabile sufficiente.
Pertanto, in campo navale, la maggior parte dei sistemi è progettata per utilizzare due missili per bersaglio, soprattutto se quest'ultimo si muove a bassa quota e ad alta velocità, come un missile anti-nave. Questo è il caso di SM-2 e l'ESSM americano, ma anche sistemi russi o cinesi, come il 9M96 o l'HHQ-9.
In questo campo, i progettisti franco-italiani del missile Aster 15/30 avevano sempre dichiarato che il loro sistema era così efficace che bastava un missile per colpire un bersaglio. Questo postulato è stato dimostrato durante l'esercitazione navale Formidable Shield organizzata dalla NATO pochi giorni fa riunendo una ventina di unità navali appartenenti a 13 diverse nazioni.
Infatti, in questa occasione, 4 missili Aster 15 e 30 sono stati lanciati da tre navi contro 4 bersagli aerei che riproducevano il comportamento di un aereo da combattimento/missile supersonico o di un missile anti-nave subsonico che si muoveva al maremoto, registrando la distruzione di ognuno dei loro, in un ambiente che riproduce il più fedelmente possibile le condizioni di un impegno reale.
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