I Verdi tedeschi si oppongono alla vendita di 48 combattenti Typhoon all'Arabia Saudita
Prima della progettazione dei combattenti Typhoon, i produttori britannici BAe e Rolls-Royce chiesero che fosse firmato un accordo in particolare con Berlino, per garantire che le circonvoluzioni del panorama politico tedesco non ostacolassero le future opportunità di esportazione dell'apparecchio.
Tuttavia, nel 2018, il Bundestag ha bloccato la consegna di armi ai paesi coinvolti nel conflitto yemenita, e più in particolare all'Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti.
Infatti, nonostante l'impegno iniziale, Berlino si rifiutò di consegnare le parti necessarie per la costruzione dell'opera Typhoon prodotti dalla propria industria all'Arabia Saudita, mentre quest'ultima ha voluto avvalersi dell'opzione negoziata al momento dell'ordine dei primi 72 aerei.
Infatti, questa commessa strategica per Londra, BAe e Rolls-Royce, e che prevedeva potenzialmente 48 nuovi aerei da combattimento, è stata bloccata, nonostante le proteste delle autorità britanniche, furibonde nel vedere la Germania non rispettare i propri impegni in questo campo.
Con la firma del cessate il fuoco e l’apertura dei negoziati tra i ribelli Houthi, Riyadh e Abu Dhabi, BAe si è impegnata a rilanciare i negoziati sull’opzione, mentre un nuovo ordine di Typhoon consentirebbe di preservare la linea di produzione britannica del dispositivo, forse anche fino all'inizio della produzione del Tempest.
Per il cancelliere tedesco Olaf Scholz e l'SPD, a capo della coalizione di governo in Germania, i cambiamenti nella postura saudita ed emiratina sembrano sufficienti per revocare il severo embargo contro la consegna di armi a questi paesi. Ma non è questo il caso dei Verdi tedeschi, seconda potenza politica del Paese e perno della coalizione attualmente al potere.
En effet, secondo un articolo del sito tedesco Die Welt, e oltre l'illustrazione che mostra un Gripen svedese presentato come a Typhoon Il partito politico tedesco sarebbe fortemente contrario a un'ipotesi del genere, tanto che la portavoce della politica di difesa Sara Nanni ha dichiarato ai giornalisti tedeschi: "Il governo federale non deve in nessun caso acconsentire a ciò".
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