Riuscirà l’Italia a salvare il programma di carri armati franco-tedeschi di prossima generazione MGCS? 2/2
Come discusso in la prima parte di questo articolo, il futuro del programma MGCS, pur solido ed equilibrato al momento del lancio, si è notevolmente deteriorato negli ultimi anni, sotto l'azione combinata dell'arrivo destabilizzante del Rheinmetall imposto dal Bundestag nel 2019, e della rinnovata domanda mondiale in termini di carri armati pesanti in relazione alla guerra in Ucraina.
Dopo un tentativo fallito in luglio da parte del ministro delle Forze Armate Sébastien Lecornu di riprodurre, con il suo omologo tedesco Boris Pistorius, l'approccio che ha permesso di sbloccare la situazione attorno al programma SCAF, Parigi sembra ora aver cambiato tono.
En effet, secondo il sito latribune.fr, la Francia vorrebbe ora imporre l'adesione dell'Italia al programma MGCS, con l'obiettivo, almeno a parole, di riequilibrarlo, e quindi, in definitiva, di consolidarlo e salvarlo.
Come e perché l’ingresso dell’Italia nel Programma MGCS sarebbe così efficace, quando Parigi e Berlino già non riescono a mettersi d’accordo sull’argomento? Come vedremo, la strategia svelata dal Tribune si basa su più leve, e su più livelli più o meno intrecciati.
Come può l’Italia salvare il programma MGCS?
L'ingresso dell'Italia nel programma franco-tedesco ricorda un'identica dinamica recente, quando la Francia è riuscita a convincere Londraaprire le porte a Roma sul programma FMAN/FMC Missile da crociera franco-britannico e missile antinave del futuro.
Ci sono infatti molte somiglianze tra queste due situazioni. Come nel caso di MGCS, il programma FMAN/FMC faceva parte di una più ampia iniziativa di difesa bilaterale, in questo caso gli accordi di Lancaster House firmati da Francia e Gran Bretagna nel 2010.
Come nel caso dell’iniziativa franco-tedesca del 2017, diversi programmi coperti da questi accordi sono stati progressivamente abbandonati. Ciò è stato particolarmente vero per il programma FCAS, che doveva consentire a Francia e Regno Unito di sviluppare congiuntamente un drone da combattimento di tipo Loyal Wingman entro il 2030.
Infine, come il programma MGCS, anche il programma FMAN/FMC è rimasto bloccato per diversi mesi, se non addirittura per diversi anni, a causa dei disaccordi tra i due paesi riguardo alle tecnologie utilizzate, alle prestazioni desiderate e al calendario.
L'arrivo dell'Italia, già partner della Francia nel programma Eurosam che ha dato vita alla famiglia di missili Aster, era stato annunciato lo scorso giugno, sempre su invito francese. Il suo scopo era consolidare il programma, ma anche riequilibrarlo, e consentire così di ottenere gli arbitrati necessari alla sua continuazione.
Ovviamente Parigi si è ispirata a questa dinamica, come a quella riscontrata negli ultimi mesi con Roma in tema di cooperazione nel campo della difesa, per cercare di far uscire il programma MGCS dalla carreggiata in cui si trova da troppo tempo, punto a minacciare il futuro di carri armati pesanti all’interno dell’esercito negli anni a venire.
Una coalizione franco-italiana capovolta nella storia recente del programma
Si tratterebbe tuttavia di un profondo cambiamento di atteggiamento da parte della Francia. Finora, infatti, la Francia ha rappresentato il principale ostacolo all’apertura del programma MGCS ad altri partner europei.
Già, nel 2021, Londra aveva manifestato il suo interesse per questo programma, e Berlino la sua disponibilità ad aprirsi ad altri partecipanti nel prossimo futuro. Pochi mesi dopo, nell’aprile 2022, la Germania ha addirittura preso l’iniziativa in questo settore, annunciando di voler agire rapidamente aprire il programma MGCS ad alcuni partner europei come Polonia, Norvegia, Gran Bretagna e Italia !
All’epoca, non molto tempo fa, fu la Francia a opporsi a questo sviluppo. Secondo Paris, l’avvio del programma MGCS potrà essere preso in considerazione solo una volta completata la fase di studio, prese le decisioni tecnologiche e perfettamente definita la traiettoria industriale.
In questo contesto si potrebbe pensare, fino a poco tempo fa, all'acquisizione di 125 carri armati Leopard 2A8 di Roma, potrebbe esserlo l’opportunità per Berlino di cercare di convincere Parigi a cambiare atteggiamento su questo argomento. Il contrario non è stato poi nemmeno considerato.
In effetti, l'annuncio, rilanciato dal Tribune, della volontà francese di "imporre" l'adesione di Roma a Berlino, appare a dir poco paradossale, addirittura provocatorio da un certo punto di vista per la Germania, e dimostra quantomeno un profondo cambio di paradigma da parte di Parigi su questo tema.
Tracciare le relazioni di potere all’interno del programma
L'obiettivo primario di Parigi, o almeno quello proposto come tale dall'articolo della Tribune, è ridefinire gli equilibri di potere nel programma MGCS. Come abbiamo visto nella prima parte dell’articolo, l’arrivo di Rheinmetall, voluto da Berlino nel 2019, ha profondamente destabilizzato l’equilibrio industriale e tecnologico del programma.
L’arrivo dell’Italia e di Leonardo nel programma sarebbe quindi l’occasione per rivalutare le divisioni industriali tra le tre nazioni e i quattro maggiori industriali, e così, possiamo sperare, per mettere fine alle sterili contrapposizioni tra Nexter e Rheinmetall.
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