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Durante i primi mesi successivi all’aggressione russa, le cancellerie occidentali temevano un’escalation nucleare in Ucraina, e persino l’uso da parte della Russia di armi nucleari, a volte definite tattiche o a bassa intensità, se le operazioni militari fossero fallite.
Così, nel marzo 2022, quando divenne chiaro che l’Ucraina non sarebbe caduta in pochi giorni, La Francia ha annunciato di aver schierato tre dei suoi SSBN, i sottomarini nucleari dotati di missili balistici dotati della capacità di secondo attacco del deterrente francese. Si trattava della prima volta dal 1983 e dalla crisi degli euromissili.
Una percezione diffusa della minaccia di un’escalation del conflitto ucraino in Occidente
Da allora, il timore di un’escalation del conflitto, sia attraverso l’estensione dei confini dell’Ucraina sia attraverso l’uso di armi nucleari da parte della Russia, è notevolmente diminuito sia nell’opinione pubblica che ai massimi livelli statali, in Francia e più in generale nel mondo occidentale. .
Questo calo di vigilanza non è legato soltanto all’assimilazione della minaccia, come avveniva durante la Guerra Fredda. Non avendo avuto seguito le numerose minacce e le linee rosse tracciate dalla Russia, in particolare per quanto riguarda la consegna di armi all’Ucraina, la percezione stessa della minaccia è naturalmente diminuita.
Ora non è quasi più al centro del dibattito pubblico, anche nei media, anche quando alcune figure politiche, come D. Medvedev o Sergei Karaganov, chiedono apertamente di colpire l’Ucraina e la NATO con armi nucleari russe per, sperano, porre fine al conflitto.
Tuttavia, il rischio di un’escalation del conflitto ucraino rimane molto alto, anche in campo nucleare. Lo è in ogni caso è la conclusione raggiunta dalla Rand Corporation in un rapporto pubblicato pochi giorni fa.
Rapporto della Rand Corporation sui rischi di escalation nucleare in Ucraina
Per effettuare questa analisi, i ricercatori del think tank americano hanno intervistato la primavera scorsa una quindicina di specialisti riconosciuti in materia, per identificare le posizioni dominanti, così come gli approcci divergenti di ciascuno.
Secondo questo rapporto, i rischi di un’escalation del conflitto rimangono oggi invariati, nonostante la mancata risposta da parte delle autorità russe alle linee rosse da loro stesse tracciate.
Il Cremlino, infatti, si è finora astenuto da qualsiasi risposta attraverso l’azione combinata del timore nei confronti della potenza militare della NATO, di vedersi abbandonato dai partner internazionali, in particolare dalla Cina, e soprattutto della certezza di poter vincere il conflitto senza che questa necessario andare oltre la situazione attuale.
Di conseguenza, tutto ciò che indebolirebbe questo trittico potrebbe convincere le autorità russe della necessità o dell'opportunità di uno scalo, anche per quanto riguarda l'uso di armi finora vietate.
I perni della decisione dell’escalation russa
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