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Il 26 agosto 2022, un razzo Long March 2F ha messo in orbita lo spazioplano cinese Shenlong, per una missione che durerà 276 giorni. Questa dimostrazione di forza da parte dell'industria spaziale cinese ha rappresentato la risposta di Pechino al volo orbitale di oltre 900 giorni effettuato da l'aereo spaziale Boeing X-37B qualche mese prima.
Tuttavia, al di là della dimostrazione di forza tecnologica, il volo di Shenlong ha dimostrato soprattutto che la Cina è ormai in grado di sviluppare nuovi sistemi d’arma orbitali.
Ciò è particolarmente vero per i sistemi di bombardamento orbitali divisi, per i quali Pechino ha dimostrato di possedere contemporaneamente il vettore orbitale, l’aereo spaziale Shenlong e gli alianti ipersonici in grado di effettuare attacchi di precisione. Questa nuova minaccia è stata poi oggetto di numerosi articoli dettagliati su questo sito.
Manovre osservate dello spazioplano Shenlong
Ma sembra che gli ingegneri cinesi non si siano limitati, nei loro esperimenti sul volo dell'aereo spaziale, solo a questo ambito. Pertanto, le osservazioni effettuate dal 18° Space Defense Squadron della US Space Force mostrano che lo Shenlong ha effettuato diverse missioni durante questo volo, rivelando altre capacità altrettanto preoccupanti di quanto già si possa considerare l'SBF.
Infatti, è stato osservato che l'aereo spaziale lasciava cadere un oggetto spaziale che, successivamente, si è evoluto insieme ad esso in orbita, suggerendo, secondo un articolo pubblicato su thespacereview, che lo Shenlong potrebbe rappresentare un nuovo mattone nel sistema ASAT cinese, capace di portare alla Cina il valore aggiunto operativo più significativo in questo settore.
Rilascio ed evoluzione di un microsatellite
Secondo le osservazioni effettuate, lo Shenlong avrebbe effettuato due volte al mese manovre di recupero e rilascio con questo oggetto denominato “Oggetto J”, che sarebbe stato dotato anche di un sistema di propulsione e manovra indipendente.
Anche se il rilascio di microsatelliti non costituisce, di per sé, una manovra ASAT, possiamo quindi facilmente immaginare tutte le potenzialità che un sistema del genere potrebbe avere in termini di neutralizzazione non distruttiva di un oggetto orbitale come un satellite avversario.
Diverse grandi potenze, tra cui Stati Uniti, Russia, Cina e India, hanno già dimostrato sistemi in grado di neutralizzare un satellite in orbita. Tuttavia, tutti i mezzi utilizzati finora si basano sull'uso di proiettili cinetici lanciati da un missile con capacità esoatmosferica, per colpire e distruggere il satellite preso di mira.
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