Con il sottomarino Hai Kun, Taiwan compie più di un’impresa per fronteggiare la minaccia di Pechino
sommario
Il varo del sottomarino Hai Kun (Narval), il primo sottomarino di fabbricazione taiwanese, ha dato luogo ad una cerimonia su scala nazionale alla presenza del presidente Tsai Ing-wen che ne ha evidenziato l'eccezionalità affermando che questo progetto era ritenuto ancora irrealizzabile solo pochi anni fa.
E per una buona ragione! Per dare vita a questo momento storico per Taiwan, i militari, gli ingegneri, ma anche i politici dell’isola hanno dovuto affrontare numerose sfide che fino ad allora sembravano inaccessibili, per progettare e costruire un sottomarino in grado di competere con la Marina cinese e mezzi sottomarini e antisommergibili molto importanti che schiera ininterrottamente attorno all’isola ambita da Pechino.
Convincere gli Stati Uniti a sponsorizzare politicamente il programma
La prima montagna che Taipei ha dovuto superare per raggiungere questo risultato è stata raggiungere convincere gli Stati Uniti della sua indispensabilità, e questo già nel 2018, quando le tensioni tra Washington e Pechino erano ben lontane dall’essere al livello raggiunto oggi.
Era, infatti, necessario che gli Stati Uniti si impegnassero insieme a Taiwan in questo ambizioso programma, in particolare per sostenere e formare ingegneri taiwanesi in campi e tecnologie che pochissimi paesi dominano.
Inoltre, i nuovi sottomarini taiwanesi dovranno essere dotati di alcune tecnologie, nel campo dei sistemi di rilevamento o degli armamenti, come il siluro Mk48 e il missile antinave Harpoon a cambio medio, che sarebbe stato impossibile nascondere a Pechino.
In altre parole, Washington doveva aiutare Taipei a realizzare il suo progetto, e farlo apertamente, cosa che non mancò di provocare le ire di Pechino.
Convincere gli europei di trasferimenti tecnologici discreti, ma essenziali per la progettazione del sottomarino Hai Kun
Il sostegno americano era necessario anche per una seconda, altrettanto critica, parte del programma, che consisteva nel convincere gli europei di alcuni trasferimenti tecnologici riguardanti aspetti che i produttori americani, che non progettano né costruiscono più sottomarini per la propulsione convenzionale da più di 50 anni, avrebbero voluto non sono stati in grado di fornire.
A differenza degli Stati Uniti, gli europei rifiutano, infatti, di aiutare pubblicamente gli eserciti taiwanesi, temendo ritorsioni economiche da parte della Repubblica popolare cinese, che ha fatto di questa minaccia un prezioso strumento per indebolire militarmente l'isola autonoma.
Era quindi necessario che le autorità taiwanesi mettessero in campo rare doti di negoziazione e discrezione, per riuscire a convincere i pochi industriali europei in grado di fornire le tecnologie mancanti per progettare un sottomarino d'attacco efficace in grado di affrontare la marina cinese.
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