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Da quando l'esercito americano ha annunciato di puntare ad una profonda trasformazione del veicolo corazzato denominato M1E3 Abrams per sottolinearne il carattere dirompente, e alla cancellazione della versione M1A2 SEPv4 considerata troppo pesante, oltreoceano si sono moltiplicati gli annunci riguardo alle aspettative dell'esercito americano esercito per il suo nuovo carro armato.
Le caratteristiche dell'M1E3 Abrams dell'esercito americano
Durante l'evento sono state annunciate diverse funzionalità chiave l'annuncio iniziale del vice segretario dell'Esercito Gabe Camarillo all'inizio di settembre, in particolare che il serbatoio deve essere più leggero del suo antenato, per aumentarne la mobilità e ridurne i consumi e l'ingombro logistico.
Infatti, nei successivi sviluppi, l'americano Abrams passò da 55 a 68 tonnellate, migliorandone certamente l'efficienza e la protezione, ma aumentandone sensibilmente i consumi, riducendone al tempo stesso la mobilità e impedendogli l'utilizzo di alcune infrastrutture civili come i ponti.
Sono state fornite ulteriori informazioni dal Maggiore Generale Glenn Dean, che pilota il programma per l'esercito americano, nel corso di un'intervista rilasciata al sito americano Defensenews.com.
Apprendiamo così che al di là dell'aumento della mobilità, verrà fatto uno sforzo particolare nella progettazione del nuovo carro armato, per ridurne sensibilmente l'ingombro logistico, sia in termini di carburante che di manutenzione del veicolo corazzato, diventato molto restrittivo nel corso degli anni.
Un APS volumetrico per la protezione dalle minacce di immersione
Nella stessa occasione è stata rivelata una nuova caratteristica chiave dell'M1E3. Per il generale Dean, infatti, il nuovo Abrams dovrà essere protetto da un sistema di protezione attiva (APS). Tuttavia, contrariamente a quanto previsto con M2SEPv4, il Leopard 2A8 o Challenger 3, questa protezione deve essere volumetrica e in grado di far fronte alle minacce che arrivano dall'alto.
Il fatto è che sembra che in Ucraina, ma anche, molto più recentemente, in Israele, la maggior parte dei carri armati distrutti siano stati distrutti da munizioni nascoste, da missili in picchiata come i Javelin, così come, in molti casi, da semplici droni commerciali dotati di missili lanciabili. cariche, come i razzi anticarro.
Tuttavia, tutti i carri armati oggi in servizio hanno poca corazza sul tetto, mentre i rari carri armati dotati di un APS hard kill, come il Merkava israeliano, sono protetti da questo sistema solo contro il fuoco diretto.
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