Berlino bloccherebbe l'acquisto di 40 Eurofighter Typhoon dalla Turchia
I rapporti tra Londra e Berlino rischiano di inasprirsi nuovamente, dopo l'episodio del rifiuto tedesco riguardo alla vendita di 48 Eurofighter Typhoon all'Arabia Saudita. Infatti, secondo le dichiarazioni del ministro della Difesa turco, Yasar Guler, le autorità tedesche questa volta stanno bloccando le trattative avviate da Ankara con Londra e Madrid, per la vendita di 40 caccia europei.
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Sebbene disponga della più grande forza aerea della NATO, al di fuori degli Stati Uniti, con quasi 600 aerei di cui 290 da combattimento, l'inventario turco sta ormai invecchiando, con una flotta di caccia composta da 240 F -16 C/D allo standard Block 52, così come una cinquantina di F-4E Phantom II.
La sfida di modernizzare le forze aeree turche
Ankara, tuttavia, non ha opzioni per rispondere, a breve termine, a questa sfida, ostacolata in particolare dalla sua esclusione dal programma americano F-35 in seguito all’acquisizione di una batteria antiaerea russa S-400 nel 2019. Inoltre, Dopo l’intervento militare in Libia, poi quello nel nord della Siria contro gli alleati curdi dell’Occidente di fronte allo Stato islamico, il Congresso americano ha adottato una linea restrittiva nei confronti dell’esportazione di armi verso la Turchia, bloccando la vendita dell'F-16 Block 70 e kit di aggiornamento allo standard.
Da quel momento in poi, e in attesa dell’arrivo del caccia di concezione nazionale, il Kaan, dal programma TFX, Ankara è costretta a cercare soluzioni alternative, per garantire la transizione dal punto di vista operativo, mentre dal canto suo la Grecia ha acquisito tre squadroni di F-16V, uno squadrone di Rafale e un futuro squadrone F-35A.
Tuttavia, le opzioni sono poche per le forze aeree turche. In mancanza di un accordo con gli Stati Uniti, è impossibile rivolgersi ai produttori americani, ma anche agli FA-50 sudcoreani, agli indiani Tejas o agli svedesi Gripen, gli aerei sono dotati di turboreattori F.-414 americani. L'opzione di Rafale Esclusa anche la Francia, Parigi che da anni sostiene la causa di Atene, mentre i rapporti con Ankara sono tesi, soprattutto a causa delle crisi siriana e libica.
Per un certo periodo Ankara ha offerto la possibilità di rivolgersi alla Russia, con i suoi Su-35 e Su-57, o addirittura alla Cina. Tuttavia, se la reazione americana fosse già stata virulenta contro Ankara dopo l’acquisto di una sola batteria S-400, i rischi per la Turchia di rivolgersi a questi paesi superano di gran lunga quelli che oggi il presidente Erdogan sembra essere pronto ad assumere.
Infatti, quando Londra ha aperto le porte ad Ankara, con l'aiuto di Madrid, per l'acquisizione dei caccia Eurofighter Typhoon, per Ankara si trattava non solo di un'opzione interessante, ma soprattutto dell'unica opzione attuabile rapidamente per modernizzare parzialmente le sue forze aeree e rispondere all'arrivo di Rafale all'interno dell'aeronautica militare ellenica.
Le riserve della Germania per l'esportazione degli Eurofighter turchi
Si Londra e Madrid sono state molto proattive nel sostenere la vendita di 40 Typhoon ad Ankara, ignorando, tra l’altro, le molteplici tensioni orchestrate dalla Turchia nel Mediterraneo orientale negli ultimi anni, in particolare contro Cipro e Grecia, questo ovviamente non è il caso di Berlino.
Secondo il ministro della Difesa turco, infatti, Yasar Guler, i negoziati su questo programma sarebbero oggi bloccati dalle autorità tedesche, come è avvenuto qualche settimana fa per quanto riguarda la revoca dell'opzione relativa ai 48 Typhoon per l'aeronautica saudita.
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