I tre paesi baltici hanno firmato un accordo per costruire una serie di infrastrutture difensive lungo i confini condivisi con Russia e Bielorussia, al fine di contenere un possibile assalto alle ex repubbliche sovietiche.
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Se in Europa occidentale l’ipotesi di una possibile invasione russa contro un membro della NATO viene spesso respinta da molti esperti ritenendo, non senza ragione, che tale azione sarebbe un suicidio per Mosca, i principali stakeholder, gli europei dell’Est che condividono un confine con la Russia o la Bielorussia, prendere molto sul serio questa minaccia.
Una sincera preoccupazione dei paesi baltici di fronte alla minaccia russa
Ciò è particolarmente vero per i paesi baltici. Non solo condividono, insieme, 862 km di confini con la Russia, e 851 km di confini con la Bielorussia, ma condividono, con la Russia, gran parte della loro storia recente, di ex Repubblica Sovietica, mentre tutte e tre hanno ancora una una quota significativa della loro popolazione di origine russa e di lingua russa.
Queste popolazioni hanno già rappresentato, per molti, motivo di tensione con il Cremlino, soprattutto perché fino al loro arrivo nell’Unione Europea, le tre repubbliche baltiche consideravano queste popolazioni come cittadini di seconda classe, vittime di bullismo e con immense difficoltà, anche se solo per ottenere documenti amministrativi.
Infine, insieme, questi 3 paesi rappresentano solo 6 milioni di abitanti e un PIL complessivo di 150 miliardi di dollari. Hanno, infatti, solo mezzi limitati per costituire le proprie forze armate, nessuno di loro dispone, ad esempio, di aerei da caccia.
I paesi baltici, infatti, sanno essere facili prede degli appetiti territoriali del Cremlino, soprattutto perché detengono una posizione strategica per il controllo del Mar Baltico, nonché l’accesso via terra con l’enclave di Kaliningrad, e sanno, meglio di chiunque altro il metodo decisionale applicato dalle autorità russe.
È anche molto probabile che se non avessero aderito alla NATO e all'Unione Europea, questi tre paesi sarebbero nel mirino di Mosca, o avrebbero già dovuto aderire manu militari alla Federazione Russa.
Una rete difensiva lungo tutti i confini dei paesi baltici con il blocco russo
Di fronte a tale constatazione, i governi estone, lettone e lituano sono tra i più esemplari in termini di sforzo di difesa all’interno della NATO, cedendo in questo ambito solo a Stati Uniti, Grecia e Polonia.
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