Dall’inizio del conflitto in Ucraina le conferenze e gli incontri al vertice si sono moltiplicati. Molto spesso, però, i risultati ottenuti sono stati inferiori alle esigenze espresse dall’Ucraina di riuscire a contenere una minaccia russa in evoluzione sfavorevole.
La conferenza tenutasi il 26 gennaio a Parigi, alla presenza di 27 paesi e 21 capi di Stato, segna, questa volta, un profondo cambio di paradigma da parte degli occidentali, e soprattutto degli europei. Per la prima volta gli europei hanno fatto della sconfitta della Russia un obiettivo strategico, e addirittura esistenziale, per la sicurezza del vecchio continente.
E se oggi si concentra l’attenzione dei media e della politica una dichiarazione del presidente francese, che non esclude più l'invio di soldati europei in Ucraina, che può assumere molteplici aspetti, è soprattutto questo cambiamento radicale di atteggiamento dei leader europei a costituire il tema che merita un’analisi approfondita.
sommario
Il rapido deterioramento degli equilibri di potere in Ucraina e la situazione internazionale minacciano l’Europa
In questa zona, il conferenze stampa del presidente francese Emmanuel Macron, che ha ospitato il vertice di Parigi, forniscono una visione obiettiva e motivata delle ragioni che hanno portato gli europei a tale cambiamento e della natura degli sconvolgimenti futuri.
Come ha indicato il Capo dello Stato, diversi fattori concomitanti, ma legati da potenti legami di interazione, sono arrivati, negli ultimi mesi, a degradare significativamente le prospettive dell'Ucraina, nonché quelle relative al futuro della sicurezza del vecchio continente.
"La Russia continua la guerra, ribadisce i suoi obiettivi di conquista territoriale e ha adottato una posizione più aggressiva, in Ucraina e contro tutti noi."
Il primo di loro, l’evoluzione sfavorevole degli equilibri di potere in Ucraina, tuttavia, non è, in senso stretto, una rivelazione recente. In effetti, questo sviluppo è la conseguenza delle capacità insufficienti dell’industria europea della difesa, il che non è una novità; il blocco, da parte del Partito repubblicano americano, degli aiuti di Washington a Kiev, prevedibili da diversi mesi; e l’ascesa dell’industria della difesa russa, quanto individuato da gennaio 2023.
Come abbiamo accennato da quel momento, in assenza di una risposta rapida da parte degli europei, volta a sviluppare capacità industriali speculari a quelle dispiegate in Russia, gli equilibri di potere in Ucraina non potevano che evolversi in modo sfavorevole.
Il secondo fattore, legato a posizioni espresse da Donald Trump Il sostegno americano all’Ucraina, così come alla NATO, ha avuto l’effetto di una scossa elettrica in Europa nelle ultime settimane. Anche in questo caso, però, le posizioni dell'ex presidente americano, così come il suo controllo sul partito repubblicano, erano note e quindi prevedibili da tempo.
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