Il confronto franco-tedesco sulla presunta leadership delle iniziative europee di difesa ha avuto la meglio sulle ambizioni di Thierry Breton riguardo al Programma europeo dell'industria della difesa?
Infatti, laddove il Commissario europeo sperava in 100 miliardi di euro per rilanciare e rafforzare l’industria europea della difesa e per finanziare le esigenze dell’Ucraina per affrontare la Russia, questo avrà ottenuto solo 1,6 miliardi di euro dall’Unione Europea, una goccia nell’oceano di fronte alle sfide da affrontare.
Dietro questa occasione mancata per l'Unione europea si intuisce, nel peggiore dei casi, il miasma di questo confronto tra Parigi e Berlino e il veto della Germania, che non incontra le stesse difficoltà della Francia, per finanziare le sue ambizioni europee. in termini di difesa, e che non ha alcuna intenzione di fornire ai francesi, ma anche ad altri, come l’Italia, i mezzi per sfidare la propria leadership in questo settore.
Il fatto è che, oggi, questo scontro sempre meno punteggiato, tra Parigi e Berlino, per la leadership della difesa europea, ostacola considerevolmente la risposta collettiva degli europei alla minaccia russa e il loro sostegno all’Ucraina.
sommario
L’Europa della difesa: un’ambizione franco-tedesca idealizzata, ma mal inquadrata
Paradossalmente l’idea stessa dell’Europa della Difesa, almeno nella sua forma finale, nasce da un’iniziativa franco-tedesca. Nel 2017, in seguito all’arrivo di Emmanuel Macron all’Eliseo e alle tensioni tra Angela Merkel e Donald Trump, Parigi e Berlino si sono impegnate congiuntamente in una serie di iniziative volte a costruire questa Europa della difesa, attorno alla coppia franco-tedesca.
In rapida successione, hanno annunciato congiuntamente il lancio di diversi programmi strutturanti la difesa per il futuro degli eserciti europei, con gli aerei da combattimento di sesta generazione SCAF, MGCS per la sostituzione dei carri armati Leclerc e Leopard 2, CIFS nel campo dell'artiglieria, MAWS in quello del pattugliamento marittimo, e Tiger 3, riguardante gli elicotteri da combattimento.
A quel tempo, la coesione franco-tedesca era tale che Emmanuel Macron e Angela Merkel parlarono addirittura della creazione di un esercito europeo, aprendo la strada all’emergere dell’Europa nel concerto globale delle superpotenze.
Ben presto, però, alcune realtà finirono per erodere, e poi tagliare, queste ambizioni, probabilmente troppo idealizzate. Così, i programmi Tiger 3, MAWS e CIFS furono successivamente abbandonati da Berlino, sia per rivolgersi a soluzioni puramente nazionali, sia per rivolgersi ad attrezzature americane, mentre le relazioni tra Berlino e Washington si normalizzavano.
I due programmi sopravvissuti, SCAF e MGCS, incontrarono molti ostacoli e, in diverse occasioni, furono sull’orlo dell’implosione, in un contesto di disaccordi su questioni di condivisione tra l’industria francese e quella tedesca.
In entrambi i casi, per preservarli è stato necessario il fermo intervento dei ministri responsabili dei due paesi, senza del resto che il loro futuro fosse assolutamente garantito, anzi.
Ripetuti attacchi tra Parigi e Berlino negli ultimi mesi su questioni di Difesa
Bisogna riconoscere che, in questa zona, fino a poco tempo fa gli attacchi provenivano principalmente dalla Germania. È stato così quando Olaf Scholz ha presentato, a Praga nell’agosto 2022, l’iniziativa europea Sky Shield, con l’obiettivo di creare uno scudo antiaereo e antimissile omogeneo in Europa.
Questa si basa, infatti, su tre sistemi antiaerei, il tedesco Iris-T SLM, l'americano Patriot e l'israeliano Arrow 3, escludendo altri sistemi antiaerei europei, come il francese SAMP/T Mamba. , equivalente al Patriot, oppure al francese Mica VL ed al norvegese Nasams, paragonabile al tedesco Iris-t SLM.
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