se all'interno delle forze ucraine, di fronte ai droni russi, o a bordo Cacciatorpediniere e fregate occidentali nel Mar Rosso, l'artiglieria contraerea ha riconquistato, nelle ultime settimane, le lettere nobiliari che sembrava aver perso dall'inizio degli anni '70, a favore del missile.
Che si tratti di rispondere ad un’equazione di bilancio molto sfavorevole rispetto ai droni d’attacco progettati dall’Iran, o di ridurre il consumo di missili mentre l’industria non è in grado di produrre rifornimenti con la stessa rapidità con cui vengono consumati, la semplicità, la rusticità e i bassi costi legati all’uso dei cannoni antiaerei sono diventati ancora una volta criteri determinanti, soprattutto nella gestione di conflitti destinati a durare.
Tuttavia, il cannone ha davvero il vantaggio, contro i droni, le munizioni a distanza e altri missili da crociera, rispetto ai missili antiaerei? Una questione, come spesso accade, molto più complessa di quanto appaia a prima vista.
sommario
La sostituzione dell'artiglieria antiaerea con i missili negli anni '60 e '70
Se i primi missili terra-aria apparvero negli anni Cinquanta, con i sovietici S-50 Dvina (75) e gli americani MiM-1957 Nike Hercules (14), questi sistemi miravano soprattutto a contrastare la minaccia dei bombardieri pesanti operanti a ad alta e altissima quota e ad alta velocità, rendendo incerta l'intercettazione da parte di aerei da combattimento.
La protezione contro l'aviazione tattica si basava, fino agli anni '60, principalmente sull'artiglieria terra-aria, anche se in questo decennio apparvero sistemi missilistici dedicati a questa missione, come l'American Hawk (1962) e il sovietico 2K12 (1967).
Pertanto, dei 2 aerei dell'aeronautica americana, della marina americana e del corpo dei marines americani persi in combattimento (esclusi gli incidenti) durante la guerra del Vietnam, solo 500 furono persi dai sistemi missilistici terra-aria del Vietnam del Nord e 205 dai vietnamiti. a caccia. Gli oltre 269 aerei rimasti furono abbattuti dai cannoni antiaerei degli eserciti del Vietnam del Nord.
Hanoi ha quindi schierato più di 10 batterie antiaeree che vanno dalle mitragliatrici pesanti da 000 e 12,7 mm, al cannone S-14,5 da 60 mm che spara più di un proiettile al secondo a una distanza massima di 57 m se abbinato alla guida radar.
Se questa difesa si dimostrò efficace contro il caccia americano, divenne presto evidente che i cannoni antiaerei mobilitavano notevoli risorse umane, più di 120 soldati nordvietnamiti dedicati solo a questa missione, e richiedevano una densità molto elevata per essere efficaci.
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Torneranno al buon vecchio “pom-pom” degli anni '40?