Da vent'anni Roma compie sforzi immensi per rendere la Marina Militare, la Marina Militare Italiana, la principale forza navale del Mediterraneo, e la sua industria navale, tra le più affermate anche nel panorama internazionale.
Così, industriali come Fincantieri e Leonardo si sono affermati in numerose competizioni internazionali, culminate nella progettazione e costruzione delle nuove fregate classe Constellation della US Navy, derivate dalle FREMM classe Bergamini sviluppate in collaborazione con il Gruppo Navale francese.
La flotta di superficie della Marina Militare ha oggi quasi completato il suo passaggio generazionale, con la portaerei Trieste, le fregate Bergamini e gli OPV pesanti della classe Thaon di Revel. Bastava iniziare a sostituire i cacciamine entrati in servizio tra il 1985 e il 1996.
Ciò è ora possibile, con l'annuncio dell'ordine per cinque grandi navi da guerra antimine, nell'ambito del programma Cacciamine Nuova Generazione Costieri, o CNG/C.
sommario
Nuove mine navali, sorveglianza dei fondali marini e robotizzazione, le navi da guerra minerarie si stanno trasformando per affrontare nuove sfide
Dopo la fine della Guerra Fredda, i timori di dover affrontare minacce come le mine navali si sono rapidamente attenuati, portando ad un’altrettanto rapida riduzione delle dimensioni delle flotte di dragamine e cacciamine, all’interno delle flotte NATO.
Le restanti navi, tuttavia, sperimentarono un'intensa attività, sia per individuare e rimuovere le munizioni ereditate dal passato, sia per proteggere le aree di impegno, come nel Golfo Persico.
Tuttavia, per quasi vent'anni, la natura della minaccia rimase sostanzialmente la stessa, e i cacciamine progettati alla fine della Guerra Fredda, come l'italiana Lerici, o l'europea Eridan, furono chiamati a svolgere estensioni.
Negli ultimi anni, tuttavia, la guerra contro le mine navali si è evoluta in modo significativo. In intensità, in primo luogo, con il ritorno del massiccio dispiegamento di mine navali, come osservato nel Mar Nero. Così, secondo i rapporti, diverse centinaia di mine sarebbero state schierate dalla Russia, ma anche dalla Marina ucraina, lungo le coste del Paese, la prima per imporre un blocco navale, la seconda per impedire un assalto anfibio.
Se le mine schierate nel Mar Nero sono ancora modelli classici ereditati dalla Guerra Fredda, i produttori di molti paesi hanno sviluppato, negli ultimi anni, sistemi di nuova generazione, più intelligenti, più mobili e molto più difficili da contrastare con i mezzi tradizionali.
Infine, oltre alla minaccia rappresentata dalle miniere stesse, le navi incaricate di gestirle dovranno anche partecipare alla protezione delle infrastrutture sottomarine, in particolare per quanto riguarda i cavi di trasporto dati, i gasdotti e gli oleodotti che collegano gli idrocarburi. paesi produttori e i loro clienti.
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