Sarà necessaria una revisione della deterrenza francese a partire dal 2025?

La deterrenza francese costituisce, oggi, uno dei pilastri della posizione di difesa del paese, mentre conferisce a Parigi la sua autonomia strategica garantendole una rara libertà di posizione e di tono, anche nel campo occidentale.

La sua innegabile efficacia, iniziata nel 1964, sarà preservata, per i quattro decenni a venire, dalla modernizzazione delle sue due componenti strategiche, con l'arrivo del nuovo missile da crociera supersonico aviotrasportato ASN4G, a partire dal 2035, e l'entrata in servizio del nuovo Sottomarini missilistici balistici nucleari SSBN 3G, allo stesso tempo.

Così almeno presenta la materia la Legge sulla programmazione militare 2024-2030, che destinerà a questa missione più di 50 miliardi di euro al momento della sua esecuzione, con l’obiettivo di sostituire, in modo quasi identico e a partire dal 2035, i mezzi attuali, con in gran parte capacità modernizzate e quindi più efficienti.

Tuttavia, negli ultimi anni, le minacce che potrebbero potenzialmente colpire la Francia, così come i suoi interessi vitali, che dovrebbero essere protetti attraverso la deterrenza nazionale, si sono evolute notevolmente, nella loro natura, origine e volume.

Mentre molte voci si levano, oltre Manica e oltre Atlantico, chiedendo una profonda e rapida revisione delle posizioni di deterrenza britannica e americana, per rispondere a questi sviluppi, è forse necessario fare lo stesso in Francia, senza aspettare la fine dell’attuale LPM, per trasformare lo strumento al centro della sicurezza strategica del Paese e dei suoi interessi vitali.

La deterrenza francese, la sua modernizzazione e il principio di stretta necessità

Costruito sul principio di stretta necessità, la deterrenza francese ha la funzione di fornire alle autorità del paese i mezzi necessari e sufficienti per integrarsi efficacemente nel discorso strategico globale, e questo, in modo strettamente autonomo, garantendo al tempo stesso la sicurezza e l'integrità del paese.

Rafale M armato con un missile catapultante nucleare ASMPA
FaNu consente alla Francia di schierare missili nucleari ASMPA Rafale M si imbarcò sulla portaerei Charles de Gaulle. Tuttavia, con una singola portaerei, la Marina francese può dispiegare questa capacità solo nel 50% dei casi, nella migliore delle ipotesi.

Oggi, questo è suddiviso in due forze con capacità complementari. La prima è la Strategic Air Force, con due squadroni di caccia equipaggiati con caccia Rafale e una cinquantina di missili nucleari supersonici ASMPA-R, con una gittata superiore a 500 km e che trasportano una testata nucleare TNA da 100 a 300 kilotoni.

A questa capacità attuata dall'Aeronautica Militare, si aggiunge, occasionalmente, l'Aeronautica Navale Nucleare, o FaNu, permettendo Rafale M della flottiglia 12F, per implementare lo stesso missile ASMPA-R, della portaerei nucleare Charles de Gaulle.

La seconda è la Strategic Ocean Force, con quattro sottomarini con missili balistici nucleari, o SSBN, della classe Triomphant. Mantiene, in ogni momento, una di queste navi in ​​mare, per evolversi nascosta nelle profondità dell'oceano, e lanciare, su richiesta presidenziale, i suoi 16 missili balistici M51.3, con una gittata di 10.000 km, e che trasportano ciascuno 6 a 10 testate nucleari TNO a traiettoria indipendente da 100 kt.

Insieme, queste due capacità forniscono alle autorità francesi un vasto campo lessicale operativo e strategico, la componente aerea, che costituisce la forza visibile per rispondere allo schieramento di forze o alla minaccia di un potenziale avversario, e la componente sottomarina, che garantisce all'avversario una quasi distruzione completa, se dovesse colpire la Francia o i suoi interessi vitali, anche se la stessa Francia fosse colpita in modo massiccio dalle armi nucleari.

FOST SSBN La classe terribile La trionfante
Con quattro SSBN di classe Le Triomphant, la Francia dispone di una nave da pattugliamento permanente, in grado di innescare una risposta nucleare strategica contro un paese che lo ha attaccato, anche con armi nucleari strategiche.

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4 Commenti

  1. Buongiorno,

    Ancora una volta un articolo informativo ed esaustivo, al tempo stesso analitico e sintetico, e che aiuta a rimanere lucidi nel quadro di una necessaria visione geopolitica.
    Siate ringraziati per questo arricchimento della nostra cultura strategica e geopolitica.

    Tuttavia, di fronte ai numerosi problemi riguardanti la Difesa Nazionale che voi individuate e descrivete, le vostre proposte in termini di soluzioni, anche se spesso pertinenti e perfino intelligenti, non mi sembrano all'altezza delle sfide. Non è possibile ragionare utilmente restando nella logica di bilancio indotta dalla visione europeista che impone i famigerati criteri di Maastricht.

    Dobbiamo cambiare il paradigma e uscire da una situazione in cui un ministro delle Finanze non è in grado di trovare 70 miliardi di risparmi da realizzare, come oggi.

    Dobbiamo uscire dall'impotenza che ci porta al ridicolo poiché, ad esempio, – lo sottolinea lei stesso – una sola portaerei può garantire solo il 60% della presenza in mare necessaria.

    A mio avviso, non si tratta di lasciar scivolare via i deficit e di restare indifferenti al debito - sono favorevole a un pareggio di bilancio costante come prima del 1980 - ma di ridefinire le priorità delle spese e tornare all'essenziale.

    Lo Stato deve rifocalizzarsi sulle funzioni e spese sovrane e soprattutto sul finanziamento della Difesa che mira a garantire la sopravvivenza della Nazione

    Per evitare lo “yaka focon”, facciamo riferimento alle relazioni della Corte dei Conti, delle Camere dei conti territoriali e alle esperienze estere – Canada. Svezia, Paesi Bassi, ecc. – che dimostrano che molte spese di bilancio possono essere ridotte senza impoverire la popolazione, indebolire lo Stato e causare il collasso dell’economia.

    Dobbiamo cambiare il paradigma di bilancio perché ragionare nel quadro dell’attuale paradigma di bilancio è semplicemente inefficace e ci porta al collasso.

    • Ciao
      Sì, ma questo è un approccio politico. Da parte mia, mi limito ad approcci tecnici, che possono essere applicati da qualsiasi governo, purché ne abbia la volontà, senza incidere sugli equilibri di bilancio e sugli arbitrati esistenti. Insomma, si tratta soprattutto di dire “vedi, è possibile, e le scuse di bilancio si possono aggirare”.

  2. Salve signor LUPO.
    Analisi prospettica fine e chiara, come molto spesso su questo sito.
    Per corroborare le tue prospettive di cambiamento nella minaccia nucleare globale a breve termine (da 10 a 20 anni), posso solo raccomandare di leggere il lavoro collegato di seguito (con la tua convalida ovviamente).
    Per riassumere in modo semplicistico, penso che siamo solo nelle prime fasi della scoperta delle minacce a cui ci esporranno i poteri emergenti e non democratici. Essendo l'immaginazione distruttiva illimitata, dovremo essere fantasiosi (esca acustiche per i nostri SSBN, ecc.).
    Grazie ancora per i tuoi contenuti sempre pertinenti e lungimiranti.
    https://prospective-innovation.org/notes-lecture/ces-guerres-qui-nous-attendent/

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