Perché il rapporto 2024 della Commissione di difesa nazionale degli Stati Uniti è così allarmante?
The 29 July, la Commissione Nazionale di Difesa del Congresso americano, ha pubblicato il suo nuovo rapporto, un evento tanto atteso dal Pentagono e dai parlamentari americani, poiché la versione precedente del rapporto, risalente al 2018, aveva contribuito a un cambiamento significativo nella traiettoria degli investimenti americani nella difesa.
Come ci si potrebbe aspettare, l’edizione 2024 di questo rapporto dipinge un quadro a dir poco preoccupante dell’evoluzione della situazione geopolitica globale, evidenziando, in particolare, le crescenti minacce poste da Cina e Russia, nonché da quelle Iran e Corea del Nord, i tradizionali “soliti sospetti” della politica internazionale americana degli ultimi anni.
Tuttavia, questa volta, il rapporto va ben oltre una semplice richiesta di maggiori finanziamenti per l’esercito americano. Infatti, con la sua argomentazione, ma anche con il tono utilizzato, dipinge un quadro a dir poco allarmante, nel breve termine, per quanto riguarda la capacità che gli eserciti americani hanno e avranno di contenere queste minacce, e chiede una rapida presa di coscienza, seguita da una profonda messa in discussione, degli Stati Uniti, dei suoi eserciti e della sua popolazione, per fermare questa traiettoria mortale, o presentata come tale.
Anche se questo rapporto viene pubblicato pochi mesi prima delle elezioni presidenziali americane, e alcuni echi suggeriscono che esistano tentazioni, soprattutto in campo repubblicano, per un ritorno a una forma di isolazionismo, accompagnato da una riduzione dei bilanci della difesa, possiamo pensare che sia il contenuto è progettato per provocare consapevolezza e una reazione verso una maggiore potenza militare americana.
Quindi, il rapporto 2024 della Commissione di Difesa Nazionale, che oggi fa notizia in tutto il pianeta, per quanto angosciante, è eccessivamente allarmista, per scopi di politica interna, oppure è un ritratto oggettivo e rilevante della situazione che sta emergendo? emergenti?
sommario
Un rapporto atteso in un contesto di tensioni senza equivalenti negli ultimi 40 anni
Creata nel 2017 per volontà congiunta del senatore John McCain e del generale James Mattis, allora segretario alla Difesa nell'amministrazione Trump, la Commissione di Difesa Nazionale è un'emanazione bipartisan del Congresso americano, che riunisce senatori e rappresentanti di entrambe le Camere, nonché esperti civili e militari, con l’obiettivo di fornire uno sguardo obiettivo e senza pressioni sull’evoluzione delle minacce geopolitiche, nonché sull’efficacia degli eserciti e sulla politica di difesa degli Stati Uniti, a cui rispondere.
Il suo primo rapporto, che risale al 2018, ha così tracciato un quadro senza artifici, evidenziando le traiettorie opposte delle crescenti minacce nel Mondo, in particolare legate all'ascesa del potere degli eserciti cinese e russo, nonché delle minacce iraniane e nordcoreane, osservate negli ultimi dieci anni anni, poi che, allo stesso tempo, lo sforzo di difesa americano, in dollari costanti, aveva perso il 25% del suo ammontare.
Questo rapporto ha svolto un ruolo decisivo nell’inversione di tendenza osservata a partire dal 2019 nello sforzo di difesa americano, sforzo che è proseguito durante tutto il mandato democratico di Joe Biden.
Infatti, mentre gli Stati Uniti sono a pochi mesi da un’importante scadenza elettorale e le tensioni globali sono al culmine dalla fine della Guerra Fredda, il nuovo rapporto della Commissione di Difesa Nazionale degli Stati Uniti era molto atteso. E il minimo che possiamo dire è che non ha deluso le aspettative.
La Commissione di Difesa Nazionale del Congresso degli Stati Uniti stila un inventario molto preoccupante delle minacce e delle capacità militari americane per rispondervi.
In effetti, questo rapporto riunisce due risultati a dir poco allarmanti. Innanzitutto, analizza l’evoluzione delle minacce agli interessi degli Stati Uniti. Non sorprende che le traiettorie di modernizzazione e di ascesa al potere degli eserciti russi, e soprattutto cinesi, siano ampiamente evidenziate, così come lo è la scadenza del 2027, ora utilizzata come indicatore fondamentale anche nella trasformazione degli equilibri di potere nel Pacifico come in Europa.
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Buongiorno,
Come al solito analisi chiara, interessante e ponderata.
Merci à vous
cordialmente
SB
GRAZIE )