Sabato 12 ottobre 2024

Industria della difesa: l’UE fa le diagnosi giuste, ma consiglia le soluzioni sbagliate

Da poco più di dieci anni l'Unione Europea si occupa della questione dell'industria della difesa, sulla base di due constatazioni preoccupanti. In primo luogo, gli eserciti europei, una delle cui principali missioni, la protezione dello spazio europeo, richiede grande omogeneità, si distinguono per la loro mancanza di standardizzazione, che ostacola la loro capacità di sostenersi a vicenda e cooperare efficacemente.

D’altro canto, gli eserciti europei fanno ancora affidamento principalmente su attrezzature di difesa provenienti da paesi extraeuropei, in particolare dagli Stati Uniti, il che nuoce notevolmente allo sviluppo di una base industriale e tecnologica di difesa in grado di sostenere gli eserciti europei in caso di conflitto.

Dall’inizio della guerra in Ucraina, questi due grandi problemi hanno notevolmente ostacolato il potenziale sostegno europeo a Kiev. Hanno così comportato la consegna di una moltitudine di attrezzature diverse, prelevate dalle scorte degli eserciti, creando un caos logistico che tuttora ostacola gli eserciti ucraini. In alcune zone, l’opposizione dei paesi d’origine delle armi ha privato gli eserciti ucraini dei mezzi essenziali, anche se disponibili in Europa.

Soprattutto, sembrava che le capacità industriali europee in termini di difesa fossero troppo deboli per sostenere un simile conflitto, costringendo Kiev a fare affidamento soprattutto sugli Stati Uniti per resistere agli attacchi russi. Questa dipendenza ha fatto temere un collasso degli eserciti ucraini, quando il Congresso americano ha bloccato, per più di sei mesi, gli aiuti militari americani all’Ucraina.

In questo contesto, era molto atteso il rapporto sul futuro della competitività europea, che tratterebbe, tra l'altro, dell'industria europea della difesa, soprattutto per fungere da linea guida per l'azione della nuova Commissione in questo settore. È chiaro che se le diagnosi formulate in questo rapporto sono quelle corrette, e le stesse, del resto, come individuate in precedenza, le soluzioni consigliate, invece, sono molto più discutibili.

Il rapporto sul futuro della competitività europea di settembre 2024 e la sua sezione sull'industria europea della difesa

Pubblicato il 9 settembre questo rapporto traccia un quadro esaustivo di tutte le sfide industriali dell’Europa per gli anni a venire. Vengono così studiati moltissimi campi, dall’Energia all’Intelligenza Artificiale, passando per i trasporti e l’industria farmaceutica. Il settimo di questi temi riguarda l'industria europea della difesa.

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Industria della difesa: l’UE fa le diagnosi giuste, ma consiglia le soluzioni sbagliate 6

Il rapporto inizia delineando un quadro equilibrato, specificando che l'industria della difesa in Europa rappresenta un fatturato annuo di 135 miliardi di euro, di cui 52 miliardi dedicati alle esportazioni, per mezzo milione di posti di lavoro all'interno dell'Ue. Quest’area viene presentata come essenziale per lo sforzo di difesa e l’atteggiamento dissuasivo europeo, partecipando al contempo al mix tecnologico complessivo, attraverso attività di ricerca e sviluppo all’avanguardia.

La diagnosi è implacabile: l’Unione europea fa affidamento principalmente sulle armi americane per equipaggiare i suoi eserciti

Successivamente vengono identificati e quantificati i diversi problemi e ostacoli. Pertanto, dei 75 miliardi di euro investiti dagli eserciti europei da giugno 2022 a giugno 2023, in termini di attrezzature per la difesa, più di 56 miliardi di euro, ovvero il 78%, sono stati inviati a società extraeuropee, di cui 47 miliardi di euro, 63 %, alle sole aziende americane.

Tuttavia, nella stragrande maggioranza dei casi, i produttori europei disponevano di attrezzature competitive in termini di prestazioni e prezzo, per soddisfare le esigenze degli eserciti europei.

Secondo il rapporto, questo appetito europeo per le attrezzature non europee, e in particolare americane, si spiega con la debolezza delle capacità di risposta dell’industria europea della difesa, soprattutto in termini di scadenze, che porta gli eserciti europei a rivolgersi verso “off soluzioni “the-shelf”, disponibili più rapidamente.

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1 COMMENTO

  1. Bravo per questa illuminazione! È cristallino. Credo che le attuali preoccupazioni tedesche ci impediscano di muoverci rapidamente in questa direzione. Esiste ancora questa diplomazia automobilistica che blocca qualsiasi decisione europea. “Vendo automobili, ho soldi, quindi decido di mantenere questa “protezione americana””. Questa chiave di lettura nascosta ha bloccato per 20 anni ogni progresso dell’Ue. È leggermente diminuito dopo la guerra in Ucraina, ma rimane un elemento potente in tutte le catene decisionali in Germania e quindi, in definitiva, nell’UE. Migliorerà la situazione? C'è motivo di sperarlo. Gli USA, pressati dagli eventi, sono tentati di abbandonare la questione. Aspetta e vedrai… Per la Francia la cosa più importante è recuperare le quantità in eccesso di energia elettrica. Questo è il modo migliore per recuperare le leve di influenza nell’UE e nell’industria per pareggiare i conti.

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