Martedì 19 marzo 2024

Spagna inflessibile sulla sua quota industriale del 33% di fronte all'ingresso del Belgio nel programma FCAS

Tutte le difficoltà legate all'integrazione di nuovi partner e alla condivisione industriale nell'ambito del programma SCAF per gli aerei da combattimento di nuova generazione che riunisce Germania, Spagna e Francia, sono state sintetizzate dal Segretario di Stato alla Difesa spagnolo, Amparo Valcarce, interrogato sull'arrivo del Belgio con status di osservatore all'interno del programma SCAF.

La Ministra ha infatti espresso grande soddisfazione nel vedere Bruxelles aderire al programma che mira a estendersi all'intero sforzo industriale europeo di difesa aeronautica, nonché alle capacità delle forze aeree del vecchio continente.

Ma quando un giornalista le ha chiesto informazioni sulla ridistribuzione della partecipazione industriale all’interno del programma, ha fatto un discorso completamente diverso, indicando che intendeva che la Spagna mantenesse almeno il 33% dell’attività industriale, meno nella fase 1B volta a sviluppare l’attività industriale. dimostratore entro il 2029 e per il quale Madrid si è impegnata a finanziare 2,5 miliardi di euro per conto di Parigi e Berlino.

È comune, leggendo la stampa ma anche i guru della difesa sui social network, che la responsabilità della mancanza di flessibilità nei programmi di cooperazione europei sia attribuita alla Francia.

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In realtà, la situazione è spesso diversa e molto spesso la Francia, o meglio il presidente Macron, è molto più conciliante rispetto ai suoi partner, ma anche ai suoi stessi industriali, quando si tratta di promuovere l’emergere di una vera dinamica paneuropea in termini di difesa.

Questo caso è l’esempio perfetto, perché è molto probabile che sia stata Parigi a imporre l’arrivo di Bruxelles in status di osservatore all’interno del programma SCAF. Non senza ragione, del resto, perché se il Belgio ha effettivamente scelto l’F-35A rispetto al Rafale nel 2018, da allora ha mostrato più che mano bianca nei confronti della Francia ordinando quasi 5 miliardi di euro di attrezzature militari ai produttori francesi (VBMR, EBRC, Cesare, McM, Mistral 3 ).


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