Poche ore dopo che un elicottero russo Mi-24 Hind è stato erroneamente abbattuto dalle forze azere sul suolo armeno, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato la firma di un trattato di pace definitivo e globale nell'Alto Karabakh tra le forze armene e azere. Se la firma di questo trattato da parte del primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha provocato la rabbia di molti armeni, questa conclusione era comunque a dir poco prevedibile, e i termini dell’accordo di pace imposto da Mosca sono lungi dall’essere tanto sfavorevoli agli armeni quanto lo sarebbero stati. sembra.
Da quando il primo ministro armeno è salito al potere nel 2018, a seguito di un massiccio movimento popolare paragonato da Mosca a una “rivoluzione colorata”, la Russia si è sempre preoccupata di mettere in guardia Yerevan e Stepanakert dall’ascesa del potere economico, demografico e militare dell’Azerbaijan, esercitando pressioni alle autorità armene di trovare una soluzione pacifica e negoziata per il Nagorno-Karabakh. Ma spinte da impulsi nazionalisti e dall’immagine dei successi militari dei primi anni ’90, le autorità armene hanno mantenuto un atteggiamento molto fermo nei confronti di Baku, che ha favorito l’intensificarsi delle tensioni, esacerbate dalla Turchia alla ricerca di un significativo successo militare regionale.
Il resto di questo articolo è riservato agli abbonati –
Gli abbonamenti classici danno accesso a tutti gli articoli senza pubblicità , a partire da 1,99€.
[…] spingono il loro vantaggio ben oltre il solo Nagorno-Karabakh con il fermo intervento di Mosca, imponendo di fatto una Pax Ruskova nella regione. Da allora, le truppe russe erano riuscite a tenere a bada i belligeranti, senza […]