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L'Esercito popolare di liberazione può attaccare Taiwan entro il 2027! Questa frase, consegnato dall'ammiraglio Phil Davidson nel marzo 2021 quando era al comando dell’US Indo-Pacific Command, il più importante comando americano, ebbe l’effetto di una bomba al Pentagono, così come alla Casa Bianca e al Congresso.
Secondo l'ufficiale generale, la traiettoria seguita, all'epoca, dal PLA, ma anche da Industria della difesa cinese, era consentirgli di impadronirsi di Taiwan e resistere a una possibile operazione aeronavale statunitense per aiutare il suo alleato negli anni a venire. La scadenza del 2027 è stata presentata come quella dalla quale il PLA avrebbe ottenuto soddisfacenti possibilità di successo per un’operazione del genere.
Da allora, diversi studi, wargame e proiezioni hanno moderato questa affermazione. Anche il Pentagono non è rimasto inattivo sull'argomento, in particolare rivedendo il piano della Marina americana di disporre di 12 portaerei, 150 cacciatorpediniere e fregate e 66 sottomarini d'attacco entro il 2045.
Inoltre, la guerra in Ucraina ha, almeno per un certo periodo, focalizzato l’attenzione politica e mediatica, sia negli Stati Uniti che in Europa, tanto che la minaccia cinese è apparsa, negli ultimi mesi, meno pressante. Almeno in apparenza...
Il piano quinquennale dell'Esercito popolare di liberazione
In effetti, parlando al simposio sulle tecnologie emergenti e la difesa della National Defense Industrial Association, l’ammiraglio John Aquilino, successore dell’ammiraglio Davidson alla guida del Comando Indo-Pacifico degli Stati Uniti (INDOPACOM), ha presentato un quadro molto inquietante.
Secondo lui, il piano quinquennale di attrezzature in corso in Cina, che durerà per i prossimi 4 anni, cioè fino al 2027, è stato concepito per consentire al PLA di prendere il sopravvento sulle forze statunitensi in caso di conflitto.
Questa osservazione vale anche per le forze convenzionali, in particolare per lo sforzo sostenuto nella produzione di nuove navi militari. Questo sforzo può essere paragonato a quello compiuto negli Stati Uniti dal segretario alla Marina John Lehman negli anni '80, quando Washington si impegnò a ricostruire la marina più potente del mondo.
Questo vale anche nel settore aereo, mentre il caccia J-20 è ormai entrato in produzione intensiva, accanto al J-16 e al J-10C, ancora in produzione, mentre dovrebbe entrare in servizio il J-35, nome ancora provvisorio. Presto. Allo stesso modo, anche i ritmi di produzione degli aerei radar (YJ-500 e YJ-600), degli aerei da trasporto pesante Y-20 e degli aerei per il rifornimento in volo (Y-20U) sono molto sostenuti.
Pechino sta contemporaneamente producendo uno sforzo senza precedenti per modernizzare ed espandere le proprie capacità deterrenti, superando di gran lunga la struttura, e quindi la missione, che sono state fino ad ora quelle delle forze nucleari cinesi.
L’impegno cooperativo come deterrente per il Pentagono
Per far fronte a questa preoccupante constatazione, l’American Indo-Pacific Command, come il Pentagono, punta sull’esperienza di combattimento delle sue forze, nonché sui progressi ancora notevoli degli eserciti americani in termini di impegno collaborativo e distribuito.
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Di solito siamo in una lotta creditizia. Ci sono circa 3 eserciti che condividono 1000 miliardi.
Sollevando lo spettro cinese, la marina può vincere la battaglia!!!!!